Università Cattolica del Sacro Cuore

Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali

Nell’ambito delle cover crop autunno-vernine, che sono le più interessanti per gli ambienti lombardi e quelle per le quali si dispone di più dati, l’obiettivo principale del progetto è realizzare un sistema di supporto alle decisioni (DSS) che fornisca all’utente un consiglio sulla/sulle specie di cover crop da seminare in base al contesto in cui si opera, sulla migliore epoca e modalità di semina, e sull’epoca e modalità di terminazione. Per la realizzazione del DSS sono però necessari degli approfondimenti volti a soddisfare alcuni fabbisogni di conoscenza. Obiettivi specifici del progetto sono quindi: (i) Migliorare la conoscenza degli effetti agronomici e ambientali delle specie di cover crop maggiormente adeguate alla coltivazione nella pianura lombarda, in condizioni diversificate (epoca di semina, disponibilità di acqua); (ii) Migliorare la conoscenza della dinamica di decomposizione del mulch da cover crop ingelive terminate in primavera, del conseguente effetto di contenimento delle malerbe e del rilascio di azoto in forma minerale, che potrà essere usato dalla coltura da reddito; (iii) Migliorare la conoscenza dell’effetto dello stadio di sviluppo sulla resistenza di alcune specie di cover crop (senape bianca e avena strigosa) al gelo; (iv) Migliorare le conoscenze relativamente ai costi di coltivazione e alla quantificazione dei benefici delle cover crop; (v) Valorizzare i risultati sperimentali ottenuti finora in questo progetto, in progetti precedenti, e quelli disponibili nella letteratura scientifica, mettendo a punto per la Lombardia una serie di regole di scelta per la gestione delle cover, sintetizzandole in un semplice DSS accessibile gratuitamente online; (vi) Mettere a disposizione dei portatori di interesse non solo il DSS ma anche la base informativa (sintesi della letteratura scientifica; risultati degli esperimenti) utilizzata per il suo sviluppo.

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Lombardia 2014-2020, misura 16.1.01, per un importo di spesa ammessa pari ad € 135.479,00.

Il Gruppo Operativo (GO) Energy&Protein Indipendence Farm avente come capofila il Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti – DiANA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, insieme alla partecipazione del Consiglio Nazionale per le Ricerche – CNR Istituto per la Bioeconomia, concentra le proprie attività in due realtà, la prima convenzionale e la seconda biologica, ponendosi l’obiettivo di sviluppare ed applicare un modello di gestione dell’azienda agro-zootecnica da latte finalizzato ad incrementare l’autosufficienza e la competitività delle aziende lombarde. La metodologia proposta prevede interventi innovativi legati: i) all’agrotecnica ed all’uso efficiente delle risorse che sfruttando la tecnica dell’intercropping, ossia la messa a coltura di specie diverse in contemporanea (graminacee e leguminose), e la coltivazione di miscugli di erbai; in entrambi i casi si valuterà la massimizzazione della capacità produttiva dei terreni agricoli e della qualità delle produzioni; ii) alla gestione dei cantieri di insilamento con la caratterizzazione della qualità nutrizionale ed il profilo sanitario degli insilati derivati dalla produzione di campo legata all’intercropping e ai miscugli di erbai; iii) all’alimentazione di precisione dei bovini da latte, con specifiche caratterizzazioni degli alimenti prodotti in campo basata sulla stima della materia utile (energia, proteine ad aminoacidi essenziali metabolizzabili dall’animale) prodotta nonché prove di alimentazione finalizzate alla valorizzazione degli insilati aziendali; iv) un approccio olistico al management di stalla, che tenga conto dei fabbisogni di tutta la mandria e non dei singoli gruppi di animali, al fine di ottimizzare i piani colturali per coprire i fabbisogni in energia, proteina e aminoacidi “utili” agli animali, massimizzando l’utile derivante dalla produzione lorda vendibile di latte al netto dei costi alimentari, specifici di ogni azienda. Il monitoraggio dei più moderni indici di efficienza aziendale (indici di efficienza tecnico-economica aggregati), il monitoraggio del benessere animale con sistema SDIB (Sistema Diagnostico Integrato Benessere) ed il calcolo della Carbon Footprint e Life Cycle Costing delle produzioni completeranno le azioni tecniche del progetto e saranno utilizzati come indicatori delle performance ottenute e indicatori di processo produttivo. Il modello di gestione dell’azienda rappresentato attraverso uno strutturato programma di trasferimento dei risultati, sarà replicabile ad altre realtà zootecniche italiane, siano esse di tipo convenzionale o biologico.

Progetto PSR (Programma di Sviluppo Rurale) Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 MISURA 16 – “COOPERAZIONE” SOTTOMISURA 16.1 – “Sostegno per la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” OPERAZIONE 16.1.01 – “Gruppi Operativi PEI”

L’obiettivo generale del progetto GRA.FA.CI. è la salvaguardia e la caratterizzazione della biodiversità di colture erbacee locali della provincia della Spezia, localizzate specificatamente in Val di Vara, al fine di allontanare il rischio di erosione genetica e scomparsa, promuoverne la diffusione della coltivazione nell’areale di origine. Tali obiettivi favoriscono la conservazione di aree tutelate e minacciate, puntando sulla distintività e pluralità della produzione.

Le risorse genetiche oggetto del lavoro sono cinque varietà di origine locale che fanno già parte dell’Atlante regionale dei Prodotti Agroalimentari tradizionali (PAT), nello specifico: una varietà di mais (Mais dell’asciutto; Zea mays L.), tre varietà di fagiolo (Fagiolo Aquila, Fagiolo di Lumè; Fagiolo Lupinaro; Phaseolus vulgaris L.) e una varietà di cipolla (Cipolla di Pignone; Allium cepa L.). Il contributo che la presente proposta progettuale vuole apportare è quello di recuperare, caratterizzare dal punto di vista morfologico, agronomico, genetico e preservare mediante azioni di conservazione ex situ ed in situ, cinque risorse vegetali, a forte rischio di erosione genetica, di notevole interesse per il territorio della provincia della Spezia e per la realizzazione di produzioni agroalimentari di qualità a forte connotazione territoriale. La raccolta d’informazione storiche relative alle varietà di interesse permetterà, congiuntamente alle informazioni di carattere scientifico-agronomico accumulate durante gli anni di progetto, di procedere con l’iscrizione delle risorse all’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di interesse Agricolo ed Alimentare. e l’inserimento delle varietà indagate, che, nell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di Interesse Agricolo e Alimentare (L. 194/2015).

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Liguria, sottomisura M10.2 “sostegno per la conservazione, l'uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura”, intervento 10.2.A “Interventi per la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali in agricoltura”.

L'obiettivo del Piano è la riduzione dei consumi di plastica, impiegata per la conservazione dei foraggi, nell'azienda zootecnica: teli per la copertura delle trincee degli insilati (filiera Grana Padano e latte alimentare); reti di imballaggio dei fieni (filiera Parmigiano Reggiano), che possono rappresentare sino al 90% della plastica usata in azienda. Partendo da un'indagine sul consumo di plastica delle aziende da latte, il GOI Plastic-Less-Milk-Sustainability fornirà un quadro dei materiali impiegati in termini di quantità e loro impatti ambientali, e soprattutto ne testerà di innovativi, sia maturi e già proposti sul mercato italiano, sia non ancora sperimentati nei nostri climi e condizioni di lavoro. Saranno valutati su scala aziendale: i) teli ‘Low Plastic Content’ per insilati (che permetteranno una riduzione del 45% del consumo di plastica), ii) reti ‘Low Plastic Content’ o ‘Plastic-Free’ per i fieni (che permetteranno fino all’eliminazione del consumo di polietilene per quelli compostabili in concimaia). Gli elementi da valutare per l’introduzione di queste innovazioni sono: i) la conservabilità, la sicurezza e la qualità dei foraggi ottenuti, ii) la definizione e la sperimentazione di buone pratiche per l'uso, lo smaltimento e/o il reimpiego dei materiali in studio. Il ridotto consumo di plastica potrà contribuire alla mitigazione delle impronte ambientali del latte e alla produzione di foraggi eco-friendly. L’Università Cattolica del Sacro Cuore collabora alla realizzazione delle azioni tecniche previste dal Piano del GO di cui ha anche la responsabilità scientifica. Interviene nel piano con la sede di Piacenza, specificatamente con il Dipartimento di Scienze Animali, della Nutrizione e degli Alimenti (DIANA), per la valutazione e conservazione sostenibile degli insilati utilizzando film a ridotto contenuto di plastica. Il DIANA promuove e sviluppa ricerca scientifica su un’ampia gamma di tematiche inerenti alla nutrizione animale e svolge inoltre un ruolo di supporto tecnico-scientifico alle industrie della filiera agro-alimentare ed agli allevatori. Partecipa alla cooperazione, divulgazione e alla valutazione dei risultati.

Progetto PSR (Programma di Sviluppo Rurale) Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 MISURA 16 – “COOPERAZIONE” SOTTOMISURA 16.1 – OPERAZIONE 16.1.01 – “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità dell'agricoltura”

 

 

Il progetto SOS-VIGNE, finanziato nell’ambito della programmazione “Interventi urgenti a sostegno del settore agricolo, agroalimentare, ittico e delle bonifiche” Avviso pubblico approvato con deliberazione regionale n. 165 del 6 febbraio 2023 - Regione Emilia Romagna, intende ideare, realizzare, testare e divulgare un impianto irriguo polivalente di nuova concezione, ispirato a criteri di ridotto consumo idrico ed energetico, idoneo alla prevenzione di tre principali avversità climatiche in vigneto: gelate tardive, surriscaldamento e scottature, deficit idrico. Il dimostratore verrà realizzato, su almeno quattro filari consecutivi, presso la Società Agricola Cantina Colle del Podio S.S., azienda già provvista di impianto irriguo a goccia in cui si potrà agire in maniera semplificata e meno onerosa andando ad adattare/modificare strutture preesistenti. Le azioni specifiche previste sono: i) messa in opera e valutazione della funzione antibrina di un impianto di irrigazione localizzato sovra-chioma fondato su principi di individuazione, su base climatologica, del più probabile periodo di danno e di erogazione; ii) messa in opera e valutazione della funzione climatizzante di un impianto di irrigazione sotto-chioma ad alta nebulizzazione attivato in corrispondenza di specifiche combinazioni limitanti di temperatura vs. umidità relativa; iii) messa in opera e valutazione della funzione di irrigazione di soccorso di un impianto di irrigazione polivalente fondato sui principi di individuazione, su base di Big Data Analysis e di modellistica, del più probabile periodo di insorgenza di stress idrico precoce; iv) trasferimento, su più ampia scala, delle innovazioni messe a punto attraverso adeguate azioni di dimostrazione e divulgazione.


Il progetto intende verificare l’efficacia di nuove soluzioni tecniche in viticoltura in relazione a problematiche imposte dal cambiamento climatico. In particolare, il gruppo operativo ha l’obiettivo di valutare le seguenti soluzioni tecniche:

  • Differenti polimeri super-assorbenti (idrogel) per migliorare tolleranza allo stress idrico, accrescimento, entrata in produzione e mortalità delle barbatelle, rispetto al controllo, in un vigneto all’impianto; stato idrico, parametri fisiologici, produttività e qualità dei mosti in un vigneto produttivo;
  • L’applicazione di idrogel per adsorbire e limitare la mobilità dell’azoto applicato con i fertilizzanti minerali e organici.

www.invite-project.eu

Il progetto è finanziato con un contributo complessivo di € 230.313,63 dal FEASR, nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 Emilia - Romagna – Tipo di operazione 16.1.01 - Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l’Innovazione: “Produttività e sostenibilità dell'agricoltura” – Focus Area 4B – Progetto "IN+VITE", Domanda di sostegno n. 5517720

 

Il principale obiettivo del progetto è quello di adottare e promuovere nuove agrotecniche sostenibili e clima-intelligenti, volte ad ottimizzare l’efficienza d’uso dei nutrienti già disponibili in azienda e a ridurre l’uso dei concimi minerali di sintesi (sia azotati che fosfatici), al fine di contenere l’inquinamento generato dall’attività agricola e di migliorare la qualità delle acque.

Nelle tre aziende agricole partecipanti al Gruppo Operativo, tra le strategie sostenibili verranno implementate:

  1. tecniche di agricoltura conservativa come l’assenza di lavorazioni del suolo (no-till) e la copertura permanente del terreno tramite residui colturali/colture di copertura (cover crop);
  2. tecniche innovative per la fertirrigazione con ali gocciolanti interrate e con ala piovana utilizzando fertilizzanti rinnovabili, derivati dal trattamento di effluenti di allevamento e digestati oppure da sistemi di trattamento di arie contenenti ammoniaca;
  3. tecniche sostenibili per lo spandimento di liquami (rateo variabile e miscelazione con fertilizzanti rinnovabili ad alto contenuto di azoto e fosforo).

Si intende così promuovere un’effettiva ed efficace intensificazione sostenibile dei sistemi agricoli, capace di coniugare la produttività e gli aspetti ambientali, riducendo le perdite di inquinanti (nutrienti ed agrofarmaci) verso le acque sotterranee e superficiali e al contempo incrementare l’efficienza di utilizzo della risorsa idrica.

Altro obiettivo è quello di incrementare la sostanza organica e la biodiversità del suolo, sia grazie al maggiore ritorno di matrici organiche (effluenti e residui colturali) che alle ridotte lavorazioni del terreno, migliorando di conseguenza la sua struttura, la sua capacità di ritenzione idrica e rendendo il sistema colturale più resiliente e in grado di rispondere agli eventi estremi conseguenti ai cambiamenti climatici.

sito web

L'Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa al progetto  "RESURGE - Resilienza E Sostenibilità nell’Uso delle Risorse per una Gestione Efficiente delle relazioni fra agricoltura e acqua" - Iniziativa realizzata nell'ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 dell'Emilia-Romagna — Tipo di operazione 16.1.01 — Gruppi operativi del partenariato europeo per l'innovazione: Produttività e sostenibilità dell'agricoltura — Focus Area 4B - Migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi. Importo complessivo del progetto: € 249.977,68; contributo regionale ammesso € 228.523,61. Importo del progetto per UCSC: € 131.287,50; contributo regionale concesso a UCSC: € 118.317,50

Il progetto è finanziato tramite il contributo FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale)


  • CAPOFILA
    Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
  • PARTNER EFFETTIVI
    • Università di Pavia
  • Con il supporto di Vinidea S.R.L.
  • CICLO DI VITA DEL PROGETTO: 11/06/2021 - 11/12/2023 (comprensivo di proroga)
  • FONTE DI FINANZIAMENTO: PSR Lombardia 2014-2020 - Misura 10 – Sottomisura 10.2. – Operazione 10.2.01 – ID 201901546144
  • Spesa ammessa: € 180.842,11
  • Contributo concesso: € 144.673,68
  • LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA: Territorio lombardo: Oltrepò Pavese
 

Il presente progetto si pone la finalità di sviluppare attività utili alla conservazione, allo studio ed alla divulgazione di una parte importante del patrimonio genetico agricolo di interesse lombardo con specifico riferimento alla viticoltura da vino ed alla maiscoltura (per farine per nutrizione umana) dell’Oltrepò Pavese. Più in particolare si fa riferimento a vitigni locali minori cosiddetti “autoctoni” ed a locali varietà minori di mais, in entrambi i casi, di fatto a rischio di estinzione e che rappresentano significative variazioni sul tema delle attuali entità genetiche normalmente coltivate in zona. Questi genotipi potrebbero risultare interessanti nel prossimo futuro allorquando i cambiamenti climatici in corso dovessero determinare la necessità di disporre di un più ampio ventaglio di genotipi per meglio adattare le colture al clima cambiato nelle diverse zone, ivi comprese quelle dell’alta collina e della montana, oggi di minor rilievo economico, ma che nei prossimi decenni potrebbero diventare strategiche in uno scenario climatico troppo caldo nelle zone più prossime alla pianura. Più nello specifico, occorre finalizzare le azioni all’individuazione ed alla conoscenza di vitigni in grado di mantenere adeguati aromi ed acidità nei mosti e nei vini nonostante il riscaldamento globale, come pure di varietà di mais interessanti sotto il profilo qualitativo per l’alimentazione umana e parsimoniose nei consumi idrici.

Il progetto coinvolge aziende vitivinicole e maidicole dell’Oltrepò Pavese ed è strutturato in 2 sotto progetti:

  1. Sotto progetto 1: Azione 1. Caratterizzazione morfologica e funzionale di genotipi di vite e di mais e loro propagazione a scopo di realizzare materiale riproduttivo di scorta per futuri utilizzi da parte delle aziende locali interessate, suddivisa in due sotto-azioni: 1a) Genotipi di Vite (varietà) e 1b) Genotipi di mais
  2. Sotto progetto 2: Azione 2. Disseminazione delle conoscenze sui genotipi trattati nel progetto, comprensive di quelle conseguite nell’azione 1).

Sito di progetto: http://www.biovimal.it/

Con più del 90% del territorio ricadente in aree a pericolosità idraulica, l’Emilia-Romagna è la regione italiana che presenta le maggiori criticità dal punto di vista idrogeologico. La pulizia degli alvei dei rii di montagna è una pratica essenziale ai fini della riduzione del rischio di esondazioni, infatti, permette di diminuire la scabrezza e di ampliare la sezione dell’alveo, aumentando di conseguenza la portata veicolabile dal tronco fluviale. Molti dei fenomeni di dissesto idrogeologico hanno inizio dall’incuria dovuta all’abbandono delle montagne e delle pratiche di gestione che un tempo venivano eseguite. Il materiale rimosso dagli alvei dei rii ricadenti in aree private è prevalentemente costituito da biomassa che, a causa della mancanza di convenienza economica, non viene valorizzata né ai fini energetici, né agronomici. Spesso i residui della raccolta del legname e della pulizia degli alvei sono impilati e bruciati causando inquinamento atmosferico, (CO2, CO, NOx e particolato), perdita di nutrienti e incursione di specie vegetali esotiche con compromissione degli habitat e potenziale perdita di biodiversità. La conversione termochimica del legname di scarto permette di ottenere biochar, un prodotto a basse emissioni in grado di migliorare la fertilità e la struttura e tessitura del suolo aumentando la superficie attiva per la cattura di acqua, lo scambio cationico, la colonizzazione microbica, e per la cattura di contaminanti. In questo contesto nasce il Piano SMACS, coordinato dalla Prof.ssa Lamastra del DiSTAS. Il Piano popone un’innovazione di processo relativa alla gestione della biomassa asportata dagli alvei dei rii privati di montagna in fase di pulizia, che consiste nella pirolisi della biomassa e la successiva applicazione sui suoli agricoli/forestali del biochar ottenuto. Questo aumenta lo stock di carbonio dei suoli agricoli, con ripercussioni positive anche sulle proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo. Attraverso le azioni di questo piano, le operazioni di pulizia degli alvei diventano opportunità per ottenere energia e ammendanti, riducendo l’impatto ambientale, il pericolo degli incendi boschivi e aumentando lo stock di carbonio nei suoli.

 

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 5E, domanda n°5112351, per un importo di spesa ammessa pari ad 31.013,74€.
 

  • CAPOFILA: Università degli Studi di Milano
  • PARTNER EFFETTIVI
    • Scientifici:
      • Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
      • Università di Pavia
    • Aziende:
      • Az. Castello di Gussago
      • Az. Tenute Tonalini 1865
      • Az. Conte Vistarino
      • Az. Vezzoli
      • Az. Ferghettina
  • Con il supporto di Vinidea S.R.L.
  • CICLO DI VITA DEL PROGETTO: 01/09/2019 - 28/02/2023 (comprensivo di proroga)
  • FONTE DI FINANZIAMENTO: PSR Lombardia misura 16.1.01 – Progetto VIRECLI n. 201801064397
  • Spesa ammessa: € 760.727,27
  • Contributo concesso: € 623.145,47
  • LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA: Lombardia: Oltrepò Pavese e Franciacorta

 

Il progetto VIRECLI – Viticoltura Resiliente ai Cambiamenti Climatici – esplora le potenzialità dell’agricoltura di precisione come strumento a disposizione delle aziende vitivinicole per affrontare le principali sfide di oggi e del futuro.

Nel dettaglio, il gruppo operativo concentra il proprio lavoro su 4 focus:

1. Irrigazione 4.0, con l’obiettivo ottimizzare la gestione degli stress multipli estivi mantenendo la qualità dell’uva tramite l'irrigazione di precisione. Si prevede di testare un impianto di micro irrigazione a rateo variabile progettato in base alla variabilità dei suoli all'interno del singolo vigneto e gestito secondo criteri razionali.

2. Gestione del suolo, con l’obiettivo di aumentare la resilienza dei vigneti nei confronti di eventi piovosi estremi o siccitosi e ridurre l'incidenza delle frane superficiali e i fenomeni di erosione al fine di limitare i danni strutturali agli impianti e la perdita di sostanza organica.

3. Gestione alternativa della chioma, con l’obiettivo di:

  • Valutare l'effetto della variabilità spaziale del vigneto sulla fertilità dei nodi basali di vitigni caratterizzati da alternanza produttiva e ridotta fertilità basale come la Croatina.
  • Sperimentare la potatura invernale tardiva con l'obiettivo di posticipare il germogliamento, evitare danni da gelate primaverili e conseguire una maggiore freschezza delle uve qualora l'iniziale ritardo fenologico sia esteso fino alla maturazione.

4. Pratiche enologiche, con l’obiettivo di testare nuove tecniche di stabilizzazione del vino efficaci nel mantenere la freschezza gustativa.

Il progetto coinvolge aziende vitivinicole dell’Oltrepò Pavese e della Franciacorta ed è strutturato in 3 sotto progetti:

  1. Sotto progetto A: coordinamento
  2. Sotto progetto B: innovazione
  3. Sotto progetto C: trasferimento dei risultati

Sito di progetto http://www.virecli.eu/

Il Progetto pilota intende realizzare la selezione e lo studio di vecchi ceppi di epoca preclonale del vitigno Barbera, al fine di individuare piante che siano in grado resistere al cambiamento climatico in atto. Il seguente studio sarà incentrato sull’analisi del patrimonio genetico di tali “ceppi antichi” e sulla sperimentazione di tecniche colturali innovative utili a contrastarne o almeno ad attenuare gli impatti del cambiamento climatico sul vitigno in esame.

Il sito del progetto: https://www.viniastimonferrato.it/ricerca/ageba/

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE –  Centro di ricerca BioDNA  è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Piemonte 2014-2020, misura 16.2.1 Az.2
Domanda n.: 20201313614 per un importo di spesa ammessa pari ad 77.639,73€

Nell’ambito della cerealicoltura, in particolare per il frumento, si sta diffondendo la coltivazione di varietà definite “antiche”, risalenti all’inizio del secolo scorso. Queste varietà, a causa di un glutine più debole, vengono ritenute valide alternative alle farine moderne nei casi di sensibilità al glutine, la cosiddetta Gluten Sensitivity. Un altro cereale che riveste una rilevante importanza per l’areale lombardo è il mais. In Italia, prima dell’avvento degli ibridi americani, venivano coltivate numerose varietà di mais caratterizzate da morfologie della spiga e della granella differenziate e con un alto grado di variabilità, caratteristica specifica di questo materiale. Negli ultimi decenni si è rinnovato l’interesse per produzioni locali di varietà storiche grazie alle particolari caratteristiche organolettiche e presenza di biomolecole interessanti come ad esempio antocianine e carotenoidi.

Gli obiettivi del progetto di ricerca TRANSFER sono di caratterizzare da un punto di vista genetico le diverse varietà storiche di frumento e mais tipiche della regione Lombardia valutandone anche il contenuto  in composti capaci di ridurre il rischio di contaminazione da funghi micotossigeni e il conseguente accumulo di micotossine.

Verrà valutata nello specifico la presenza di alchil-resorcinoli nelle diverse varietà di frumento e di carotenoidi in quelle di mais; tali composti sono naturalmente presenti nelle cariossidi e sono in grado di svolgere un’azione protettiva per la pianta rendendola maggiormente capace di difendersi da eventuali contaminazioni fungine e di contrastare anche la produzione di micotossine.


UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Lombardia 2014-2020, misura 10.2.01, Conservazione della biodiversità animale e vegetale, per un importo di spesa ammessa pari a 43.491,25 €.


 

L’esigenza di produrre e disporre di mais con assenza di micotossine, che ha portato all’utilizzo di mais anche di provenienza estera, può oggi avere una risposta da una ricerca basata su sostanze naturali estratte da sottoprodotti agricoli ed agroindustriali, mediante approcci ecosostenibili. Attualmente, l’Italia produce meno del 60% del granturco necessario alle filiere alimentari, con conseguenze anche sulle produzioni italiane lattiero-casearie come i formaggi DOP, i cui disciplinari prevedono che la materia prima, il latte, provenga da allevamenti che hanno alimentato i bovini con almeno il 50% di alimenti di origine del territorio. Il progetto Milk Controllo, tramite prove di laboratorio, di campo e verifiche in stalla ed in caseificio, vuole trasformare questa criticità in opportunità per il settore.

I diversi estratti selezionati (ricchi di composti fenolici e terpenici) e ricavati da materiali di scarto dell’industria agro-alimentare, applicati in campo nella coltivazione del mais, possono contribuire al controllo delle principali micotossine soddisfacendo l’esigenza del settore di disporre di produzioni maidicole regionali per l’alimentazione dei bovini da latte destinato alle produzioni italiane lattiero-casearie, promuovendo anche la riduzione dell’uso di fungicidi chimici. La valorizzazione di seconda generazione di sottoprodotti della filiera agroalimentare rappresenta un approccio irrinunciabile nella costruzione di processi produttivi virtuosi e sostenibili ispirati ad una economia circolare, con un miglioramento della salubrità ambientale, animale e dei prodotti agroalimentari. I composti bioattivi sono oggi innovazioni utili per l’intero settore, mostrando attività benefiche per la coltura sia come componenti dei tessuti vegetali della pianta sia quando vengono applicati esternamente.

Grazie a Milk Controllo avremo: riduzione dell’uso di sostanze chimiche per il contenimento delle malattie fungine in campo; minore presenza di micotossine e di specie fungine in mais; latte con minor rischio di contaminazione da micotossine; riduzione di costi rispetto ai metodi convenzionali; maggiore sostenibilità economica, ambientale e sociale.


UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 3A, domanda n° 5200017, per un importo di spesa ammessa pari ad 89.952,50 €.


 

Il pomodoro da industria è una delle colture orticole maggiormente coltivate in Italia ed è particolarmente soggetta a stress abiotici e biotici. Emergono in particolare tra i problemi di carattere entomologico la presenza della tignola della vita (Tuta absoluta) e gli elateridi del genere Agriotes. Tra i funghi patogeni invece troviamo Alternaria, conosciuta per la produzione di micotossine come acido tenuazonico (TeA) e la tentossina (TEN). Recentemente EFSA ha individuato pomodoro e derivati come i maggiori responsabili dell’esposizione umana a tali micotossine. Lo scenario attuale mostra quindi crescenti necessità per la protezione delle colture di pomodoro. Il progetto PROBIOPOM intende utilizzare microorganismi benefici con l’obiettivo di chiarire e massimizzare i meccanismi di resistenza indotti verso i patogeni del pomodoro, e contribuire quindi allo sviluppo e alla successiva commercializzazione di prodotti per la difesa del pomodoro che consentano di ridurre gli impatti ambientali dovuti all’uso di agrofarmaci.

Il progetto è coordinato dal Prof. Edoardo Puglisi e coinvolge un team multidisciplinare della Facoltà di Scienze Agrarie Alimentari ed Ambientali comprendente microbiologi, chimici, agronomi, entomologi e patologi vegetali.

 

Bando relativo all’operazione “16.1.01 – F3A – Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura”.

Obiettivi
Le aziende suinicole e le imprese di macellazione, di trasformazione e di distribuzione delle carni suine dell’Emilia-Romagna partecipano a diverse filiere suinicole nazionali. Fra queste la filiera dei prodotti a DOP è predominante e orienta la strategia della maggiore parte degli operatori. La distintività che la DOP è in grado di conferire alle carni trasformate è fondamentale per la redditività della produzione di carne suina italiana, ottenuta da un suino pesante i cui costi di produzione sono necessariamente più elevati di quelli di un suino leggero. Tuttavia, considerando che in alcuni anni i prodotti a DOP non hanno dato delle soddisfazioni economiche, fra alcune aziende suinicole è cresciuto l’interesse per la filiera alternativa non-DOP basata sulle importazioni di suinetti. Questa tendenza ha creato una base produttiva di aziende suinicole più diversificata.
In questo contesto, l’obiettivo generale del progetto è di sviluppare strumenti innovativi per analizzare e monitorare tempestivamente la redditività delle diverse tipologie di imprese che verticalmente compongono le filiere suinicole dell’Emilia- Romagna.

Obiettivi specifici:
1. Analisi della percezione da parte del consumatore, delle carni suine a marchio DOP nei negozi al dettaglio specializzati e nella GDO.
2. Analisi dei costi di produzione e delle redditività per quattro tipologie di aziende suinicole
3. Sviluppo di un software come strumento di benchmarking economico per le aziende suinicole
4. Analisi dei costi di macellazione dei suini in imprese regionali di macellazione
5. Analisi delle strategie di mercato delle imprese di trasformazione della carni suine (macellazione, lavorazione e stagionatura)

Link al sito di progetto: https://www.gransuinoitaliano.it/ricerca-e-sviluppo/progetti-goi/pork-monitor/


Il progetto RIPRESO ha l’obiettivo di ottimizzare la sostenibilità economica ed ambientale delle aziende vitivinicole dell’areale Piacentino mediante l’utilizzo di pratiche di agricoltura di precisione. Il piano intende combinare elementi di innovazione tecnologica e di tradizione vitivinicola, al fine di armonizzare concetti spesso tra loro divergenti quali efficienza, produttività, standard qualitativi elevati e ridotto impatto ambientale.
Il progetto coinvolge tre aziende vitivinicole della provincia di Piacenza ed è strutturato in 5 azioni:
Azione studi
Le attività svolte avranno l’obiettivo di caratterizzare la variabilità vegetativa intra-parcellare nei vigneti interessati dal progetto RIPRESO mediante caratterizzazione pedologica, rilievo prossimale con il sensore Mecs-Vine e determinazione delle variabili vegeto-produttive e della composizione dell’uva.

Gestione sito-specifica del vigneto finalizzata al conseguimento di una maggiore uniformità
Si valuterà l’efficacia di una gestione sito specifica del suolo finalizzata a uniformare i parametri vegeto-produttivi.

Razionalizzazione dell’uso del rame in viticoltura mediante trattamenti a rateo variabile
Messa a punto di sistemi per effettuare trattamenti fitosanitari a volume variabile in funzione della vigoria della chioma misurata in tempo reale.

Valorizzazione della variabilità intra-parcellare mediante vendemmia selettiva con vendemmiatrice di ultima generazione
Verrà testata una raccolta selettiva delle uve con un diverso potenziale enologico, individuate mediante l’utilizzo di un sensore prossimale e la produzione di mappe di prescrizione.

Opportunità di differenziazione produttiva associate alla vendemmia manuale selettiva di vigneti scarsamente meccanizzabili
Il focus di questa azione sarà quello di valorizzare la variabilità presente nel vigneto mediante una vendemmia manuale selettiva, basata sulla realizzazione di mappe di prescrizione.

I risultati attesi dal progetto possono essere riassunti in questo modo:

  1. Caratterizzare la variabilità intra-parcellare del vigneto mediante mappe di vigore e successiva validazione agronomica e pedologica.
  2. Utilizzare i dati telerilevati per la definizione di mappe di prescrizione finalizzate a uniformare la parcella verso livelli di equilibrio ottimale rispetto ai protocolli tradizionali di semina e/o concimazione.
  3. Ridurre l’uso del rame mediante il ricorso ad atomizzatori a rateo variabile capaci di adeguare il volume di irrorazione alle condizioni di sviluppo della chioma rilevate in tempo reale. Valutare l’efficacia della distribuzione e verificare la frequenza e la gravità delle infezioni fungine rispetto al protocollo aziendale.
  4. Valutare l’efficacia della vendemmia selettiva rispetto a una vendemmia meccanica tradizionale anche attraverso la caratterizzazione chimica e sensoriale dei vini e l’identificazione della “sostenibilità economica” delle diverse ipotesi di vendemmia.

Sito di progetto www.ripreso.eu


CAPOFILA
Università Cattolica del Sacro Cuore

PARTNER EFFETTIVI

  • Az. Vitivinicola Villa Rosa
  • Soc. Agr. Tenuta di Villa Tavernago
  • Az. Agricola Baraccone
  • Vinidea S.R.L.
  • Centro di formazione, sperimentazione e innovazione Vittorio Tadini

CICLO DI VITA PROGETTO: Data Inizio 27/04/2020 Data fine 27/10/2022
FONTE FINANZIAMENTO: PSR Emilia-Romagna misura 16.1.01 – Focus Area 2A – Progetto RIPRESO n.5149719.

Spesa ammessa: € 249. 569, 92 c
Contributo concesso: € 178. 398, 94
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA: livello NUTS3 (province) Piacenza ITD51

L’Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa, tramite il proprio centro di ricerca Crefis (Centro Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili), al progetto “Gestione collettiva e valorizzazione dei prodotti forestali dell’Appennino – SILVALOR-NURE”, in qualità di soggetto capofila. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna, tramite la Misura 16.1.01 - Gruppi operativi del partenariato europeo per l'innovazione (Focus Area 5E – Forestazione ambientale).

Il progetto interessa una parte della Val Nure (PC), in particolare i Comuni di Bettola, Farini e Ponte dell’Olio. Obiettivo del Piano del Gruppo Operativo è migliorare la gestione dei boschi della zona, caratterizzati da un’alta frammentazione fondiaria e da uno stato di sostanziale abbandono, identificando modalità innovative di gestione in grado di promuovere una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale.

In particolare, l’UCSC-Crefis, oltre ad essere responsabile dell’esercizio della cooperazione tra i diversi soggetti, realizza le seguenti attività:

  • Studio dello stato attuale e potenzialità dei boschi della Val Nure: in particolare valutazione dello stato attuale dei boschi interessati dal progetto e delle potenzialità derivanti da una migliore gestione forestale.
  • Studio delle forme di gestione associata, cioè delle diverse modalità di gestione dei terreni a bosco e nell’individuazione della forma migliore (consorzio forestale, cooperativa, associazione fondiaria, ecc.) in base al contesto della Val Nure.
  • Partecipazione alle attività di dimostrazione e divulgazione, fornendo il supporto agli altri partner nella diffusione dei risultati del progetto e delle buone pratiche di gestione del bosco.

 

BettER-Bio è un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 3A. Il Piano ha durata biennale (marzo 2021-marzo 2023); il Gruppo Operativo è costituito dalla Facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (coordinatore e responsabile scientifico), Azienda Agraria Sperimentale Stuard, Open Fields, Molino Grassi, il Centro di Formazione, Sperimentazione e Innovazione “Vittorio Tadini”, SO.PR.E.D. Società Cooperativa Agricola, l’Azienda Agricola Giovanelli Simone e l’Azienda agricola Guglielmi Giuliano e Zanelli Anna S.S.

BettER-Bio intende valorizzare i molteplici benefici legati all’utilizzo di biostimolanti in agricoltura, con lo scopo ultimo di implementare un approccio “green” e sostenibile per la produzione di frumento in regime di biologico.  Gli obiettivi specifici del Piano sono:

  1. il miglioramento della efficienza d’uso dei nutrienti nel frumento bio;
  2. la mitigazione della presenza di fosfiti ed etilfosfonato nei prodotti biologici, e nel frumento in particolare;
  3. la promozione della capacità di adattamento dei sistemi colturali agricoli ai cambiamenti climatici;
  4. il miglioramento della qualità tecnologica e nutrizionale del frumento prodotto in regime biologico.

Le attività del progetto riguarderanno frumento duro e tenero in regime biologico, utilizzando una strategia che integra biostimolanti di origine microbica (micorrize, tricoderma e batteri rizosferici) e non (idrolizzati proteici), fra loro complementari. Sono previste prove parcellari su due stagioni, insieme ad una prova su scala più ampia (“on farm”). L’utilizzo di biostimolanti sarà integrato da sistemi di supporto alle decisioni DSS per l’ottimizzazione degli interventi e la riduzione degli input chimici. Nello specifico, sono previste le seguenti attività:

  • Azione 1: Prove parcellari di campo per l’azione biostimolante;
  • Azione 2: Prove parcellari di campo per la mitigazione della presenza di fosfiti ed etilfosfonato;
  • Azione 3: Prove on farm per l’azione biostimolante in associazione a DSS;
  • Azione 4: Prove resistenza a stress idrico.

I risultati verranno diffusi ad agricoltori, tecnici e stakeholder legati alle filiere oggetto di studio. E’ prevista una attività di formazione e consulenza indirizzato ad aziende agricole dell’Emilia-Romagna con l’obiettivo di fornire conoscenze legate ad approcci agrari basati sull’utilizzo di biostimolanti e induttori delle difese della pianta, nonché al vantaggio dell’implementazione dei DSS.


COORDINATORE / RESPONSABILE TECNICO-SCIENTIFICO: Prof. Luigi Lucini, Facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
DURATA: 03/2021 – 03/2023
CONTRIBUTO: 221.123,12 euro
Website Commissione Europea – FEASR: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM:l60032
Progetto realizzato con il supporto di:

Progetto finanziato nell’ambito del REG. (UE) N. 1305/2013 - PSR 2014/2020 - MISURA 16 - Tipo di operazione 16.1.01 – sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” - FA 3A.

Tale Programma è finanziato tramite il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR): http://europa.eu/legislation_summaries/agriculture/general_framework/l60032_it.htm

  • Costo totale: 292.907,31 €
  • Finanziamento: 70% (100% divulgazione; 90% formazione)
  • Contributo concesso: 236.042,61 €

L’entità dell’aiuto spettante a Università Cattolica del Sacro Cuore nella percentuale del 70% della spesa massima ammissibile ammonta a 185.113,83 €.

CAPOFILA

Università Cattolica del Sacro Cuore - UCSC

PARTNER EFFETTIVI

  • Colli Romagnoli Società Cooperativa Agricola
  • Terre Cevico Società Cooperativa Agricola
  • Società Agricola Podere Pradarolo S.R.L.
  • Azienda Agricola Il Poggiarello S.S. Società Agricola
  • Irecoop Emilia-Romagna Società Cooperativa
  • Con il supporto esterno di Image Line e Latitudo.

LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA

Livello NUTS3: ITH51(Piacenza), ITH52 (Parma), ITH55 (Bologna), ITH57 (Ravenna), ITH59 (Rimini).

DURATA DEL PROGETTO

10/03/2021 – 10/03/2023

OBIETTIVI

L’obiettivo primario e generale del Piano BIG-VITE e` di strutturare e testare l’efficacia, per la filiera viti-vinicola, di un protocollo operativo che consenta ai vari attori della filiera non solo di familiarizzare con lo strumento dei Big Data ma, soprattutto, di capire che la qualità delle informazioni derivabili da queste analisi può portare a scelte aziendali più performanti, ad una gestione più sostenibile dell’impresa e alla definizione di strategie di business più mirate ed efficaci.

In particolare, il Piano mira a raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

  • predisporre uno strumento informatico – in termini tecnici “cruscotto” che, a partire da un database grezzo iniziale e non organizzato di dati di conferimento uve (es. anno, azienda, vitigno, tipologia commerciale vino, produzione, grado alcolico potenziale, monte gradi, etc.) fornisca, in tempo reale, elementi di sintesi, visualizzazione e interpretazione chiari e immediati;
  • estendere il “cruscotto” a tutte le imprese viticole coinvolte nel Piano adattandolo alla specificità dei dati disponibili e alle relative esigenze di pianificazione e commercializzazione;
  • a livello di “data capture” (fonti di dati disponibili), associare i dati agronomici alle caratteristiche principali dei suoli e del clima relativo all’areale di ubicazione dei vari partner aziendali;
  • trasferimento su larga scala delle innovazioni messe a punto.

AZIONI PREVISTE

Oltre al coordinamento del progetto e alle attività di comunicazione e formazione, il progetto verterà su tre azioni chiave:

  1. Creazione e test del cruscotto informatico di visualizzazione e gestione preliminare dei dati.
  2. Estensione di tale cruscotto.
  3. Implementazione del cruscotto con scopo previsionale.

RISULTATI ATTESI

Il presente progetto si prefigge i seguenti risultati, secondo tre tipologie:

Risultati descrittivi attesi:

  • Messa a punto di un quadro chiaro e immediato, nel tempo, delle quantità conferite, del contributo relativo dei vitigni e delle performance dei vitigni stessi in termini di gradazione zuccherina e monte gradi;
  • Valutazione dell’impatto del cambiamento climatico su base ampelografica, produttività e, soprattutto, sulla tipologia di prodotto;
  • Validazione delle tesi che tendono a ricondurre una “determinata tipologia di vino” ad una “determinata tipologia di suolo” e individuazione della combinazione ottimale suoloclima;

Risultati prescrittivi attesi:

  • Rimodulazione della base ampelografica oppure dell’assemblaggio delle uve in base ad uno specifico target merceologico aziendale;
  • Individuazione di aree o territori che possono essere più facilmente esposti a fenomeni di stress idrico estivo.

Risultati predittivi attesi:

  • Schemi previsionali sulla probabile annata di carica e scarica produttiva;
  • Modelli previsionali sulla probabile data di vendemmia;
  • Modelli predittivi relativi alla collocazione sul mercato dei vini sulla base dell’analisi di regressione tra andamento delle vendite di una certa tipologia commerciale e temperatura ambientale.

Infine, il progetto mira a trasferire i risultati ottenuti attraverso azioni di divulgazione e di formazione aperti anche a soggetti esterni al GOI.

 


PESTO è un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 3A. Il Gruppo Operativo del progetto biennale è composto da Azienda Agraria Sperimentale Stuard (capofila), Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza (Responsabile Scientifico), Open Fields, Azienda Agricola La Felina, Azienda Agricola Ca’ D’Alfieri, Agricola Agriturismo Battistoni Società Semplice, Agriform e Barilla G. e R. Fratelli.

Il progetto si pone l’obiettivo di avviare un’iniziativa pilota di trasferimento tecnologico per la definizione di un protocollo integrato teso all’adozione di prodotti e tecnologie innovative per la difesa dalla peronospora nel basilico. Oltre a varietà tolleranti e a prodotti biologici e chimici è previsto anche l’impiego dell’ossigeno attivato (ozono) disciolto in acqua per il controllo in campo. Di seguito lo schema delle attività previste:

Di seguito i risultati attesi:

  • Maggior coinvolgimento di piccole e medie imprese impegnate a vari livelli nella filiera produttiva del basilico incluse imprese agricole biologiche situate in aree interne con problemi di sviluppo;
  • Sviluppo di protocolli operativi innovativi di filiera e trasferimento dell’innovazione attraverso attività di formazione e consulenza con vantaggi sulla qualità del raccolto, della sicurezza degli operatori, con vantaggi qualitativi e quantitativi per tutti i segmenti della filiera.
  • Sostenibilità ambientale: l’utilizzo di un approccio integrato, con prodotti per la difesa biologici e l’uso di ozono, garantiscono una riduzione/ mancato rilascio nell’ambiente dei prodotti chimici di sintesi.
  • Qualità tecnologia e sensoriale del prodotto: l’applicazione di protocolli innovativi di filiera dovrebbe garantire un abbattimento significativo della carica dei saprofiti e potenziali patogeni fungini e batterici normalmente presenti sulla fillosfera.
  • Vantaggi nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO): la maggiore sostenibilità nella produzione garantirà una maggiore collocabilità della produzione nel processo di distribuzione.
  • Garanzia di maggiore remunerazione per i produttori.
  • Disponibilità di un prototipo di irroratrice per la distribuzione di acqua ozonizzata.

COORDINATORE: Roberto Reggiani, Azienda Agraria Sperimentale Stuard

RESPONSABILE TECNICO-SCIENTIFICO: Prof.ssa Paola Battilani, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza

DURATA: 03/2021 – 03/2023

COSTO TOTALE DEL PIANO: € 275.180,62;

CONTRIBUTO TOTALE: € 203.863,93

Website Commissione Europea – FEASR: hhttps://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM:l60032

Progetto realizzato con il supporto di:

lo scopo principale del progetto Valvestino, coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione del Consorzio Forestale Terra tra i Due Laghi, è quello di aumentare le conoscenze e le competenze degli agricoltori, in particolare di quelli che operano in aree marginali di montagna, in merito alla coltivazione o ri-coltivazione di varietà tradizionali locali di una specie di fagiolo (Phaseolus coccineus) recentemente divenuta di particolare interesse per l’areale della VALVESTINO, ma diffusa in coltivazione anche in altre zone del territorio regionale, e che risponde bene all’aspettativa di nuovi prodotti territoriali di qualità per la valorizzazione delle zone marginali. Una diffusione della coltivazione di queste varietà può, inoltre, influire positivamente sulla conservazione della biodiversità, sul recupero di un patrimonio storico/culturale importante (le prime testimonianze della presenza del fagiolo coccineo in VALVESTINO risalgono al XVI – XVII secolo), sull’incremento del reddito delle aziende agricole.

Le azioni previste vogliono portare:

  1. ad una maggiore diffusione della produzione, in termini quali-quantitativi, di tale coltivazione;
  2. alla conservazione delle caratteristiche tipiche della varietà in termini genetici e nutrizionali (evitando ad es. possibili ibridazioni);
  3. alla differenziazione e valorizzazione dei prodotti tramite innovativi approcci commerciali.

Si ritiene che, attraverso queste strategie, le aziende ne potranno trarre, nel breve termine, un maggiore sviluppo economico, grazie alla coltivazione e valorizzazione di prodotti di qualità. Il consumatore è, infatti, sempre più attento e alla ricerca di specialità per le quali è disposto a una maggiore spesa rispetto ai prodotti standard, in particolare se abbinati anche alla coltivazione biologica e a quella in connessione con aree naturali protette.

https://dipartimenti.unicatt.it/diproves-progetti-di-ricerca-valvestino-gal#content


UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Lombardia 2014-2020, MISURA 1. – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione”, SOTTOMISURA 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione”
OPERAZIONE 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”, per un importo di spesa ammmessa pari a 44.912,64 €

DEBUG è un progetto di ricerca coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il cui responsabile tecnico-scientifico è la Dott.ssa Ilaria Negri.

Il progetto è finanziato dalla Regione Lombardia nell’ambito del bando per il finanziamento di progetti di ricerca in campo agricolo e forestale e ha durata triennale (marzo 2020 - febbraio 2023) e mira ad approfondire e a disseminare le conoscenze sulla biologia, ecologia e comportamento dell’infestante alieno Halyomorpha halys, sia con prove di campo, sia con prove di laboratorio, al fine di poter sviluppare adeguate strategie di prevenzione e lotta sostenibile in agroecosistemi vitivinicoli.

La cimice asiatica infatti rappresenta un’emergenza fitosanitaria che sta mettendo in ginocchio diversi comparti (ortofrutticolo, grandi colture erbacee, florovivaistico, ecc.) in tutta Europa, Italia (e Lombardia) compresa. I danni al comparto vitivinicolo sembrano riguardare non solo la compromissione della produttività della vite ma anche la qualità del vino. Inoltre, vista la possibilità di questo insetto di trasmettere fitoplasmi nei paesi d’origine, non è da escludere che, una volta a contatto con patogeni delle colture locali (ad esempio la flavescenza dorata della vite), la cimice possa diventarne vettore. Il presente progetto mira ad acquisire e a disseminare nuove conoscenze inerenti la biologia, l’ecologia, il comportamento e la fenologia di H. halys al fine specifico di sviluppare efficaci strategie di prevenzione e lotta sostenibile alle infestazioni sul territorio lombardo.

Gli obiettivi del progetto sono:

  • lo studio della dinamica spazio-temporale di H. halys in agroecosistemi viticoli lombardi e quindi lo studio delpattern di distribuzione e della variazione spazio-temporale di H. halys in agroecosistemi viticoli rappresentativi della Lombardia.
  • lo studio di potenziali microorganismi patogeni di H. halys;
  • l’analisi delle potenzialità di H. halys di essere vettore di fitoplasmi delle colture lombarde;
  • lo studio della fenologia di H. halys di fronte a parametri ambientali locali tipici;
  • lo studio della suscettibilità fenologica della vite agli attacchi di H. halys.

In particolare, il piano delle attività prevede fasi di campo e di laboratorio. Per le fasi di campo, si sceglieranno 5 agroecosistemi viticoli rappresentativi della Regione Lombardia (2 nell’Oltrepò pavese, 2 nell’Oltrepò mantovano e 1 nella bassa Valtellina) in cui effettuare uno studio del pattern di distribuzione e della variazione spazio-temporale di H. halys, tramite monitoraggio con trappole innescate con feromone di aggregazione. Tale studio permetterà la valutazione del ruolo effettivo che i vari elementi del paesaggio agricolo lombardo esercitano sulla dispersione del fitofago e quindi portare alla messa a punto di metodi efficaci di lotta integrata. Il campionamento di popolazioni diverse di H. halys insediate sul territorio lombardo consentirà di verificare se gli esemplari veicolano ceppi specifici di patogeni che possono essere asintomatici, ma pregiudicarne la riproduzione e la sopravvivenza: questi risultati potranno essere utili per lo sviluppo sperimentale di prodotti biologici (agenti di biocontrollo) da impiegare nella lotta contro la cimice. Inoltre, uno studio di diagnostica molecolare della presenza di fitoplasmi negli esemplari campionati in Regione potrà portare elementi a supporto del fatto che H. halys possa essere anche un pericoloso vettore di patogeni delle colture del territorio. Uno studio in laboratorio mirato alla verifica del potenziale di acquisizione e di trasmissione di fitoplasmi da parte della cimice potrà confermare o escludere il fatto che ci troviamo di fronte a un infestante per il quale devono essere emessi Decreti di Quarantena e misure di profilassi da parte delle Autorità preposte.

Il presente progetto mira anche a verificare l’effetto di parametri ambientali tipici del clima padano-lombardo sul ciclo vitale della cimice. Tali dati saranno utili per integrare i modelli previsionali di diffusione delle infestazioni in campo, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto. Inoltre, uno studio in condizioni controllate sulle scelte alimentari effettuate dalle ninfe e dagli adulti su fasi fenologiche diverse della vite consentirà di capire quali sono gli stadi maggiormente suscettibili agli attacchi, informazioni preziose per i viticoltori (non solo lombardi) per una migliore gestione integrata del vigneto.

Infine, le nuove conoscenze acquisite sulla biologia, ecologia, comportamento e fenologia di H. halys grazie al presente progetto saranno soggette a una disseminazione capillare nei confronti dei diversi soggetti della filiera vitivinicola e di altri stakeholder, in modo da promuovere iniziative di controllo sostenibile dell’infestante secondo un approccio area wide, e stimolare lo sviluppo di progetti di ricerca applicativa e di sviluppo sperimentale di strategie/prodotti utili per la lotta contro H. halys.

I risultati saranno disponibili gratuitamente per tutte le imprese attive nello specifico comparto e preliminarmente verranno pubblicati sul sito Internet www.debugproject.wordpress.com

Regione Lombardia, Progetti di ricerca in campo agricolo e forestale, d.d.s. 05 marzo 2020 - n. 2955, Valore totale progetto € 363.224,83.

 


L'obiettivo del piano, coordinato dal CRPA e dai prof. Francesco Masoero e Antonio Gallo del Diana, è la riduzione di materiali plastici nell'azienda agricola zootecnica. Il target sono le plastiche (teli) usate per la copertura dei sili quando la conservazione del foraggio avviene per acidificazione (insilati) e quelle usate per imballare i fieni (reti per rotoballle). Partendo da un'indagine sui rifiuti plastici prodotti dalle aziende da latte, il GOI Plastic-Less-Milk-Sustainability intende sia fornire un quadro dei prodotti impiegati in termini di quantità e loro impatti ambientali, sia  testare materiali innovativi in grado di ridurre l’uso della plastica non rinnovabile e/o biodegradabile per l'insilamento e la fienagione: i) valutando la conservabilità, la sicurezza e la qualità  dei foraggi ottenuti, ii) definendo buone pratiche agricole per l'uso e lo smaltimento dei materiali,  così come il contributo delle loro impronte ambientali  sull’impatto complessivo nella produzione del latte. Le azioni tecniche saranno focalizzate a testare i materiali plastici innovativi nelle trincee destinate all’insilato (filiera Grana Padano e latte alimentare) e nella realizzazione di rotoballe per il fieno (filiera Parmigiano Reggiano). Saranno valutati su scala aziendale 2 prodotti:

  1. teli per trincee ‘Low Plastic Content’ per insilati,
  2. reti ‘Plastic-Free’ o ‘Low Plastic Content’ per i fieni).

Sarà predisposto uno studio LCA dei prodotti, utilizzabile dalle aziende per la caratterizzazione di foraggi eco-friendly.

Sito di progetto: https://www.fondazionecrpa.it/prodotto/goi-plastic-less-milk-sustainability/


PSR 2014-2020 REGIONE EMILIA-ROMAGNA Misura 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura. Importo complessivo del progetto: € 299.706,40, contributo regionale ammesso € 223.530,86.

FEASR – Operazione 16.1.1, Azione 2, del PSR 2014-2020 della Regione Piemonte. Focus area  4B: migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi.

Il progetto VITA ha lo scopo di supportare le aziende vitivinicole nell’implementazione di un modello condiviso di conduzione del vigneto orientato alla sostenibilità. Gli aspetti considerati sono quelli che determinano un impatto sui corpi idrici, con particolare attenzione alla difesa, mediante l’utilizzo del un Sistema di Supporto alle Decisioni e gli standard di sostenibilità riconosciuti dal Ministero dell'Ambiente VIVA e SQNPI.

Le aziende target del progetto sono principalmente le aziende socie del Consorzio di tutela dei vini dei Colli Tortonesi, compresa la Cantina sociale che raggruppa a sua volta 180 viticoltori e aziende agricole operanti in altre importanti aree produttive della Regione Piemonte quali Roero e Langhe.

L’Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa al progetto attraverso il Centro di Ricerca OPERA e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile – Di.S.T.A.S - area di ricerca Chimica Agraria, Alimentare ed Ambientale.

L'unità operativa, coordinata dal professor Ettore Capri prenderà parte alle attività di coordinamento, animazione/engagement del territorio (partecipando a tutte le attività di selezione, partecipazione e coinvolgimento previste) creazione e coordinamento dei tavoli di lavoro, alle attività previste dal WP5.6 di analisi territoriale e creazione di linee guida per la limitazione della contaminazione puntiforme delle acque.

Per maggiori informazioni vai sul sito http://www.viticolturarmoniosa.com


L'obiettivo generale del progetto è mettere a punto diversi protocolli di difesa contro la cimice asiatica con una gamma di prodotti naturali e idonei all’agricoltura biologica ma che possano trovare applicazioni anche in agricoltura integrata.

BIOVITAMINA prevede azioni rivolte ad una difesa diretta contro Halyomorpha halys per limitare il potenziale biotico del fitofago con interventi in campo su pero e pomodoro, in aziende biologiche e integrate, rivolte a valutare l’efficacia dell’attività insetticida di piretrine naturali integrandole con olio essenziale di arancio e vari corroboranti “potenziatori delle difese delle piante”.

BIOVITAMINA prevede anche l’applicazione di microrganismi entomopatogeni (controllo biologico con antagonisti naturali), importanti regolatori naturali delle popolazioni di insetti.

Il DIPROVES – Area Difesa – partecipa a questo progetto per la realizzazione dei vari obiettivi: la messa dei protocolli sperimentali per le prove di campo, la valutazione di laboratorio dell’efficacia di alcuni prodotti nei confronti di H. halys e la raccolta ed elaborazione dei dati.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 4B, domanda n° 5158736, per un importo di spesa ammessa pari ad € 51.596,78.


CONTR-HALYS è un progetto di ricerca coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il cui responsabile tecnico-scientifico è la Dott.ssa Ilaria Negri.

Il progetto è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 4B. Il Piano ha durata biennale (novembre 2020-ottobre 2022). Il Gruppo Operativo è composto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC, sede di Piacenza), Azienda Agraria Sperimentale Stuard, Pizzacchera Società Agricola S.s., Azienda Campo Dei Frutti di Repetti Fausto e dal Centro di Formazione Sperimentazione e Innovazione Vittorio Tadini (CFSIVT).

Il progetto prevede azioni rivolte ad una difesa diretta contro la cimice asiatica (Halyomorpha halys) per limitare il potenziale biotico del fitofago con interventi in campo su pero e pomodoro, in produzioni biologiche e integrate.

Gli obiettivi del piano includono l’ottimizzazione del sistema di monitoraggio attualmente disponibile per la cimice asiatica (Halyomorpha halys) prevedendo il monitoraggio di siepi e inerbimenti presenti nelle aziende, per valutare l’interconnessione tra la presenza di H. halys e le comunità vegetali presenti e lo sviluppo di un piano di difesa sostenibile delle colture che preveda l’integrazione di strategie complementari, tutte a basso impatto e che si sono dimostrate potenzialmente efficaci per la lotta alle cimici, in un’ottica di risparmio dei prodotti fitosanitari impiegati per la difesa integrata e biologica.

In particolare, il Piano mira a raggiungere i seguenti obiettivi:

  • promuovere un sistema di monitoraggio di H. halys basato su un approccio area-wide tramite l’utilizzo del telerilevamento;
  • promuovere una barriera attrattiva per H. halys verso una fascia di inerbimento altamente appetibile a base di leguminose (favino e soia) e ove l’attrattività viene amplificata dalla presenza dello specifico feromone di aggregazione;
  • contenere H. halys attraverso trattamenti a basso impatto (insetticida a lento rilascio, a supporto della produzione integrata; tramite piretrine naturali e microorganismi entomopatogeni (Bacillus thuringiensis), a supporto delle produzioni biologiche);
  • evitare trattamenti insetticidi diretti sulle colture target, a favore dei trattamenti sulle barriere vegetative;
  • promuovere una barriera repulsiva per H. halys nei confronti delle colture attraverso un trattamento delle piante perimetrali a livello dell’apparato fogliare e del suolo con zeoliti, ammendanti noti per limitare l’attacco alle piante da parte degli infestanti, in quanto creano non solo un ostacolo all’apparato masticatore, incluso quello pungente-succhiante tipico delle cimici, ma anche un microclima poco idoneo allo stazionamento delle cimici. Le zeoliti aiutano anche il mantenimento di un corretto equilibrio idrico nel suolo prevenendone l’essiccazione e promuovono la fertilità dei suoli, comportando quindi anche benefici in un’ottica di risparmio idrico e di uso di fertilizzanti.

Il Piano mira ad ottenere i risultati di seguito riportati:

  • Ottimizzazione del sistema di monitoraggio di H. halys tramite la realizzazione di una rete di punti di controllo, stabiliti secondo i dati forniti dal telerilevamento. I risultati saranno facilmente misurabili attraverso la valutazione del numero di punti di controllo, il numero di cimici catturate dalle piastre a collante su cui saranno posti i feromoni attrattivi di aggregazione ed infine il numero di cimici conteggiate durante le ispezioni visive;
  • Riduzione dei danni qualitativi causati da H. halys che si traduce in una riduzione statisticamente significativa della presenza di cimici e dei danni sulla qualità dei frutti delle piante di pero e delle piante di pomodoro nelle parcelle provviste della doppia cintura di protezione, fascia attrattiva/di contenimento della cimice e fascia repulsiva. I risultati saranno facilmente misurabili valutando l’incidenza percentuale dei sintomi di attacco sulle pere e sui pomodori.
  • Eliminazione di interventi con pesticidi effettuati a carico della coltura principale (pero e pomodoro) e riduzione globale del quantitativo di pesticidi utilizzati per il controllo di H. halys.
  • Definizione di protocolli per la difesa nei confronti di H. halys, caratterizzati da elevata sostenibilità e differenziati affinché siano idonei alle produzioni integrate e biologiche.

Il progetto include l’attività di formazione per le aziende agricole secondo la Misura 1 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna.

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 4B. domanda n° 5159091, per un importo di spesa ammessa pari a € 298.877,66 €.

 


Il progetto ‘EcoSost Farm’ -  Dimostrazione ed informazione di indici di efficienza e qualità delle produzioni aziendali per migliorare la redditività delle stalle da latte nell’ottica dello sviluppo sostenibile - progetto coordinato dal prof. Antonio Gallo del DIANA, si pone come strategico per trasferire best practices legate allo sviluppo sostenibile delle aziende agro-zootecniche da latte, anche situate in area protette. Promuovere uno sviluppo armonico delle aziende zootecniche da latte, soprattutto se situate in area di interesse naturale e paesaggistico, nel rispetto della biodiversità, del patrimonio storico-culturale e del tessuto economico-produttivo rappresenta una importante priorità della collettività.Queste importanti sfide oggi non sono necessariamente in contrasto con l’obiettivo degli imprenditori agricoli di massimizzare gli utili della loro azienda. La teoria dello sviluppo sostenibile riprende pertanto anche quelli che sono considerati oggi pilastri per la resilienza delle aziende zootecniche da latte: sostenibilità ambientale, economica e benessere sociale. L’opinione pubblica è sempre meno incline all’attuale modello di allevamento percepito come poco rispettoso del benessere animale e sempre più identificato come il responsabile dell’inquinamento di suolo, acqua e aria. Inoltre, le aziende zootecniche da latte subiscono cicliche crisi di mercato che mettono in seria discussione il loro futuro. Le aziende zootecniche che insistono nei territori del Fiume Adda primi fruitori di questa operazione, hanno oggi una concreta opportunità, sulla base di esperienze e tecniche acquisite, di ridurre l’impronta carbonica del latte prodotto, l’impronta dell’acqua, valutare e migliorare il benessere delle bovine e con l’utilizzo degli indici tecnico-economici proposti, anche di ricavarne benefici economici imputabili all’aumento dell’efficienza aziendale, al riconoscimento della qualità delle produzioni e delle esternalità fornite dalle aziende zootecniche per il consumatore. Per esempio, all’iniziativa “4 per 1000“, lanciata ufficialmente nel corso di COP21, il cui obiettivo è di far crescere il contenuto in sostanza organica dei suoli del 4 per 1000, per compensare le emissioni di biossido di carbonio (CO2), concorrono pienamente quelle aziende che svolgono le loro attività in area parco e sono quindi soggette a vincoli ambientali che possono trasformarsi in concrete opportunità di gestione virtuosa dei campi e della stalla. Risulta tuttavia oggi strategico trasferire le innovazioni tecnologiche in modo specifico agli addetti del settore agricolo che hanno lo scopo e la capacità di creare utili per l’azienda, ma anche servizi utili alla collettività ed esternalità positive. La presente operazione prevede di valutare il contributo del segmento produzione del latte (azienda agricola) in senso lato, interessando il settore degli impatti ambientali e la gestione dei principali aspetti di impatto economico della stalla, nonché gli aspetti relativi al benessere animale. Il progetto vuole coprire il fabbisogno di informazione dimostrando come la maggior parte delle azioni intraprese in ottica di miglioramento degli impatti sia positivamente correlata alla sostenibilità economica dell’azienda da latte, impattando altresì positivamente incrementando la resilienza delle stesse. Grazie ai risultati dello studio LCA, svolto in accordo con quanto previsto dalle norme della serie ISO 14040, ma soprattutto durante lo svolgimento dell’articolato piano di azioni di informazione (newsletter, stesura manuali, convegno) e iniziative dimostrative (con specifico focus su tecniche di riduzione delle impronte e miglioramento degli indici di efficienza aziendale) si potrà concretamente rispondere alla specifica esigenza di verificare sul campo (e nelle specifiche condizioni di esercizio aziendale) i risultati validati in altri progetti soprattutto a carattere dimostrativo.

Sito di progetto: https://dipartimenti.unicatt.it/diana-la-ricerca-ecosost-farm-dimostrazione-ed-informazione-di-indici-di-efficienza-e-qualita-delle


UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del PSR 2014-2020 (FEASR): bando 2019 FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 MISURA 1. – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione”, SOTTOMISURA 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione”, OPERAZIONE 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”. Importo complessivo del progetto € 103'007.44.

INBIOS è un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 4B. Il Piano ha una durata di 30 mesi (aprile 2020-settembre 2022). Il Gruppo Operativo è composto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC, sede di Piacenza), Azienda Agraria Sperimentale Stuard, Pizzacchera Società Agricola S.s., Azienda Agricola Felletti Luca, Cerzoo Srl e dal Centro di Formazione Sperimentazione e Innovazione Vittorio Tadini (CFSIVT).

L’obiettivo del piano è valorizzare i molteplici benefici legati all’utilizzo di biostimolanti in agricoltura, con lo scopo ultimo di implementare un approccio “green” e sostenibile per le produzioni agrarie. Gli obiettivi specifici sono i seguenti:

  • Riduzione dei rilasci di sostanze inquinanti e miglioramento della qualità delle acque e del suolo attraverso il miglioramento dell’efficienza d’uso dei nutrienti, tramite l’impiego di microorganismi biostimolanti dell’apparato radicale in grado di promuovere l’accessibilità ai nutrienti e la crescita della pianta;
  • Riduzione dell’impiego dei prodotti fitosanitari in campo attraverso l’uso di microorganismi ad azione biostimolante e induttori di resistenza (elicitazione delle difese naturali della pianta), agenti di biocontrollo, con azione di competizione, antibiosi o iperparassitismo, nonché attraverso l’ottimizzazione dei tempi di intervento per la difesa della coltura grazie all’utilizzo di sistemi di supporto alle decisioni (DSS);
  • Adattamento dei sistemi colturali agricoli ai cambiamenti climatici attraverso l’impiego di biostimolanti (principalmente micorrize) che migliorano la resistenza allo stress idrico, insieme a modelli previsionali e DSS per l’ottimizzazione degli eventi di irrigazione.

I risultati attesi sono i seguenti:

  • Mantenimento degli standard produttivi in termini di quantità e qualità del prodotto;
  • Riduzione dei rilasci di sostanze inquinanti e miglioramento della qualità delle acque e del suolo:
    • Riduzione dell’uso di fertilizzanti azotati fino al 33%, e quindi mitigazione della contaminazione delle acque da nitrati, grazie all’utilizzo di microorganismi biostimolanti;
    • Riduzione dell’utilizzo di insetticidi e fungicidi del 30% grazie all’utilizzo integrato dei DSS e dei microorganismi elicitatori delle difese;
  • Controllo delle avversità con metodi a basso impatto:
    • Adozione di approcci fitosanitari a basso impatto ambientale con conseguente riduzione della contaminazione delle acque di superficie e di falda;
    • Adozione di induttori di resistenza che permettano l’impiego dei prodotti fitosanitari alla dose minima di etichetta durante la stagione;
    • Razionalizzazione e ottimizzazione dell’impiego di input come acqua e fertilizzanti, attraverso l’impiego di un sistema di supporto alle decisioni innovativo;
  • Verifica e adattamento dei sistemi colturali agricoli ai cambiamenti climatici:
    • Razionalizzazione degli interventi (fertilizzazione, irrigazione e difesa) applicati in funzione dell’andamento meteorologico e dello sviluppo della pianta, quindi legati alle reali ed effettive necessità, con conseguentemente riduzione degli sprechi.
    • Aumento della resistenza delle colture studiate agli stress idrici tramite l’attività di microorganismi biostimolanti (micorrize e batteri rizosferici).

Il progetto include l’attività di formazione per le aziende agricole secondo la Misura 1 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna.

RESPONSABILE TECNICO-SCIENTIFICO: Luigi Lucini, Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)

DURATA: 04/2020 – 09/2022

BUDGET: 399.578,68 euro

|| Per maggiori informazioni

 


In un contesto colturale molto articolato l’agricoltura emiliano-romagnola è chiamata ad affrontare sfide tecnico-commerciali che devono tenere conto anche dei forti cambiamenti climatici e delle richieste sempre più esigenti in termini di sicurezza alimentare e ambientale. Inoltre la riduzione del portafoglio di molecole a disposizione per la difesa fitosanitaria, la progressiva eliminazione di quelle ad ampio spettro d’azione e la necessità di individuare tecniche di difesa a basso impatto ambientale richiedono innovazioni sostenibili e adeguate sia per le coltivazioni integrate che biologiche. Il progetto si propone di identificare piani di lotta alle principali avversità delle colture della Regione Emilia-Romagna che rappresentino una valida alternativa alle attuali pratiche di contenimento. Tali strategie devono integrarsi con le necessità di sostenibilità e di compatibilità ambientale di una agricoltura moderna in forte mutamento grazie alle innovazioni tecnologiche e scientifiche ma anche a causa di continui e profondi cambiamenti dei macro- e micro-ambienti oltre che del clima, in cui i nostri sistemi agricoli si sviluppano.

In particolare, il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Vittorio Rossi del DIPROVES si pone come obiettivo quello di validare un modello specifico per la batteriosi del noce (Xanthomonas arboricola pv. juglandis) e sperimentare l’efficacia di formulati caratterizzati da bassa presenza o assenza di rame. A tal fine saranno impostate apposite prove di campo da cui saranno rilevati i dati da utilizzare per la fase di raffinamento e ulteriore validazione del modello matematico sviluppato per prevedere i periodi di rischio per le infezioni da batteriosi su noce da frutto e la loro gravità relativa. Inoltre, grazie a queste prove, si intendono individuare nuove molecole dal migliore profilo eco-tossicologico da affiancare, o ancora meglio sostituire, ai formulati rameici.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 4B, domanda n° 5149131, per un importo di spesa ammessa pari ad 16.560,30€.

 


La proposta di progetto e incentrata sul miglioramento e sulle innovazioni nella gestione delle coltivazioni e sull’introduzione o ripristino di pratiche agronomiche economicamente vantaggiose per gli operatori agricoli e ambientalmente rilevanti per la valorizzazione della biodiversità agraria e per la gestione sostenibile di aree agricole site all’interno di Siti Rete Natura 2000 e di Aree Protette.

Il progetto RESILIENT si pone l’obiettivo di fornire agli agricoltori lombardi, soprattutto quelli che operano in aree interne di montagna, nonché aree interne o prossime a siti della Rete Natura 2000, le informazioni e gli strumenti tecnico-scientifici e operativi sulle buone pratiche di ri-coltivazione di varietà locali tradizionali recuperate di mais e patata, su cui recentemente si è concentrato l’interesse di molte aziende, alla ricerca di prodotti originali che distinguano le loro produzioni e le valorizzino. Si vogliono fornire in questo caso conoscenze e informazioni tecniche approfondite, utili soprattutto ai neo-agricoltori e giovani imprenditori che vogliono incrementare la possibilità di individuare e coltivare varietà/cultivar non usuali, già disponibili come conoscenza e come semi/tuberi di partenza conservati ex situ (Banche del Germoplasma, Istituti di ricerca specializzati), ma la cui coltivazione richiede pratiche agronomiche non usuali, specialistiche, e spesso anche “dimenticate”, da recuperare e adeguare alle conduzioni agricole, vincoli e normative attuali. Inoltre le conoscenze scientifiche moderne (es. controllo delle micotossine, importanza dell’utilizzo di tuberi derivanti dal processo di risanamento), conosciute in quest’ambito dagli enti di ricerca, possono essere così messe a disposizione di potenziali stakeholders.

Questo anche allo scopo di raggiungere, con queste cultivar tradizionali “ritrovate” (in genere poco produttive), una migliore produttività ed un’elevata qualità (es. organolettica e a volte anche nutraceutica), nonché utilizzare metodi di produzione sostenibili (a basso input energetico esterno grazie alla generale frugalità di queste produzioni).

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020; FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020; MISURA 1. – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” SOTTOMISURA 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione” OPERAZIONE 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione” per un importo di spesa ammessa pari ad € 45.074,41.

 


CAPOFILA
Universita` Cattolica del Sacro Cuore

PARTNERS EFFETTIVI

  • Cantina Sociale di Vicobarone Societa` Cooperativa Agricola
  • Azienda vitivinicola Villa Rosa di Illari Andrea e C. SS Societa` Agricola
  • Azienda Vitivinicola “I Salici” di Gazzola Claudio
  • Tenuta Pernice Societa` Agricola
  • Centoform Srl

LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA
Livello NUTS3 (provincia) Piacenza ITH51

DURATA DEL PROGETTO
27/04/2020 - 27/10/2022

Il progetto RESIL-VIGNA, coordinato dal prof. Stefano Poni, ha l’obbiettivo di mettere a disposizione e “dimostrare” alle aziende viticole dell’areale dei “Colli Piacentini” che, rispetto agli standard di gestione aziendale, e` possibile utilizzare pratiche, gia` disponibili, in grado di aumentare notevolmente la “resilienza” del vigneto alla carenza idrica, effetto conclamato del cambiamento climatico, e quindi tali da consentire all’impianto di superare momenti critici senza dovere ricorrere ad input irrigui esogeni.

In particolare, il progetto mira a:

i) Valorizzazione di nuovi portinnesti della serie M, per i quali e` stata recentemente acclarata una maggiore tolleranza alle condizioni di scarsa disponibilita` come fattore di resilienza naturale e permanente nei confronti di fenomeni transitori di stress idrico.

ii) Impiego e valorizzazione della tecnica di inerbimento temporaneo autunno-primaverile utile a: i) migliorare struttura e dotazione in sostanza organica del suolo con relativo effetto positivo sulla capacita` di invaso primaverile; ii) produrre una biomassa primaverile sufficiente per realizzare, con lo sfalcio, un’eventuale pacciamatura naturale sotto la fila usando una macchina trincia-andanatrice; iii) realizzare condizioni di copertura del suolo invernale e primaverile tali da limitare l’inoculo di forme svernanti di patogeni nel terreno (es. oospore di Plasmopara viticola sulla lettiera).

iii) Promozione dell’impiego del caolino, argilla bianca inerte a bassissimo costo in grado di preservare la funzionalita` fogliare in condizioni di stress severi di tipo idrico e/o termico. Inoltre, il prodotto e` particolarmente efficace per la prevenzione delle scottature sui grappoli.

iv) Avvio delle aziende ad una gestione piu` tecnologica e informatizzata nella valutazione della delicata fase di “raggiungimento” di un reale livello di stress idrico.

v) Trasferimento su larga scala delle innovazioni messe a punto.

I principali risultati attesi sono:

  • Caratterizzazione, del comportamento agronomico del vitigno Barbera innestato su due nuovi portinnesti (M2 e M4), dotati di acclarata tolleranza alla carenza idrica, in raffronto a due portinnesti tradizionali di riferimento (110 Richter e K5BB).
  • Validazione agronomica, dimostrazione ed erogazione di linee guida per un utilizzo mirato e flessibile della tecnica di inerbimento temporaneo autunno-primaverile valutato sempre e comunque in associazione ad uno standard aziendale di gestione del suolo e in rapporto ad almeno due di tre possibili modalita` di terminazione del cotico: interramento (o sovescio), trinciatura con mantenimento “in situ” del trinciato e schiacciamento senza sfalcio.
  • Validazione agronomica, dimostrazione ed erogazione di linee guida per l’utilizzo in vigneto di trattamenti a base di caolino. Le linee guida distingueranno una situazione di vigneto con adeguata disponibilita` idrica oppure in condizioni di stress idrico severo.
  • Dimostrazione e addestramento all’utilizzo di tecniche ICT di monitoraggio ambientale relative sia alla sfera suolo sia alla sfera chioma per un approccio piu` corretto e razionale alla diagnosi di effettivo stress idrico.
  • Il quadro complessivo dei risultati, utile a definire una strategia complessiva di resilienza del vigneto alla risorsa idrica, dovra` essere funzionale ad un mantenimento della coltura della vite anche nei contrafforti collinari piu` esposti alla problematica della carenza di acqua. E` noto che il fenomeno di abbandono determina un peggioramento dello status idro-geologico del territorio oltre che una diminuzione della coesione sociale.

Ulteriori risultati attesi, collegati al “Piano divulgazione, di trasferimento dei risultati e implementazione della rete PEI” e alla “Formazione”, sono:

  • Connessione diretta con i viticoltori locali e quelli interessati da problematiche simili attraverso il loro coinvolgimento in iniziative di partecipazione fisica e supporti informatici (video, tutorial, articoli su riviste online, etc.);
  • Trasferimento del know-how a viticoltori stranieri e altri attori della Rete PEI.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo nell’ambito del REG. (UE) N. 1305/2013 - PSR 2014/2020 - MISURA 16 - Tipo di operazione 16.1.01 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttivita` e sostenibilita` dell’agricoltura” - FA 4B, per un importo pari a € 274.098,21.

 


La moderna difesa fitosanitaria sta incontrando crescenti criticità a causa dei cambiamenti climatici che agiscono alterando la fisiologia e la fenologia delle colture e delle loro avversità che portano all’estensione del periodo di suscettibilità di alcune malattie, o all’aumento del numero di generazioni o all’espansione su nuovi territori. La più diretta conseguenza è l’incremento del numero di interventi fitosanitari per i quali è però sempre più limitata la disponibilità di molecole con differenti meccanismi d’azione. Ne consegue, e in tanti casi è già una realtà, la riduzione o addirittura l’annullamento dell’efficacia di alcune sostanze a seguito dell’insorgenza e diffusione di forme di resistenza che talvolta assumono carattere epidemico. Per far fronte a questo problema in genere si tende ad effettuare un maggior numero di interventi fitoiatrici spesso anche con arbitrari incrementi delle dosi di applicazione. La diretta e negativa conseguenza è un aggravamento della situazione fitosanitaria e un significativo incremento dei livelli di inquinamento delle acque e del suolo, oltre ad una maggiore esposizione di operatori e astanti.

Al fine di prevenire e/o limitare l’evoluzione della resistenza e quindi evitare interventi chimici inefficaci e reiterati che determinano aumento dei costi e inquinamento delle acque e del suolo, il DIPROVES – Area Difesa – partecipa a questo progetto per la realizzazione dei vari obiettivi:

  1. la messa a punto di strumenti diagnostici innovativi, rapidi, efficaci e validati (ad es. LAMP) (obiettivo 1),
  2. la validazione della tecnica della confusione sessuale contro la psilla del pero (obiettivo 2) e
  3. la manipolazione della biodiversità vegetale del cotico erboso dei vigneti che permette di ridurre la quantità di inoculo dei patogeni riducendo di conseguenza l’uso di prodotti fitosanitari (obiettivo 3).

 
UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 4B, domanda n° 5149124, per un importo di spesa ammessa pari ad 55.774,25 €.

 


Il progetto SalViBio, coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha l’obiettivo primario di valorizzare la biodiversità viticola del comprensorio dei Colli Piacentini per migliorare la competitività delle produzioni vitivinicole del territorio, oggi fortemente condizionata dal cambiamento climatico.

Vitigni autoctoni, minori o di territorio si pongono come strumenti di innovazione per l’identificazione di nuove tipologie di prodotto, sfruttando la diversa resilienza dei genotipi a disposizione alle mutate condizioni ambientali, nonché mettendo a punto protocolli gestionali volti a massimizzare il valore aggiunto del processo vitivinicolo.

Nello specifico, i risultati attesi del progetto sono:

  • Individuare vitigni autoctoni minori con tratti enologici di pregio per il rilancio della viticoltura del territorio
  • Reperire sul territorio accessioni di vite di potenziale interesse
  • Massimizzare il valore aggiunto dei vini rossi e da meditazione, sfruttando le potenzialità di vitigni locali quali Ervi, Malvasia Rosa e Santa Maria
  • Individuare i protocolli di produzione e appassimento delle uve più idonee in funzione del genotipo impiegato.

Il progetto è finanziato con un contributo complessivo di € 169.313,16 dal FEASR, nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 Emilia - Romagna – Tipo di operazione 16.1.01 - Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l’Innovazione: “Produttività e sostenibilità dell'agricoltura” – Focus Area 2A – Progetto "SALVIBIO", Domanda di sostegno n. 5150112"

 


 

FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Lombardia  MISURA 1. – “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” SOTTOMISURA 1.2 – “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione” OPERAZIONE 1.2.01 – “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”

l Progetto, della durata di due anni è coordinato dal prof Ettore Capri e svolto in collaborazione con Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e Parco dell’Adda Sud.

Obiettivo del progetto è di promuovere, presso alcune aziende agricole lombarde, attività informative e dimostrative sul tema dell’uso sostenibile e responsabile dei prodotti fitosanitari. Il progetto prevede anche la pubblicazione aggiornata delle Linee Guida per l’uso sostenibile dei pesticidi in linea con il nuovo Piano di Azione Nazionale, e di altri strumenti di autovalutazione per le aziende quali check list e indicatori di impatto delle strategie di difesa aziendali.

Per maggiori informazioni vai sul sito http://www.trainagro.it


Il Piano proposto ha come obiettivo generale la valorizzazione di varietà locali di melo e pero, nonché di genotipi innovativi di melo, in fase avanzata di selezione, attraverso un approccio multidisciplinare per migliorare le prestazioni economiche di aziende agricole poste in zone svantaggiate ed interne con particolare riferimento a quelle di montagna. Le attività condotte in precedenti progetti hanno permesso l’iscrizione al Repertorio regionale delle risorse genetiche agrarie (istituito con L.R. 1/2008) di un certo numero di varietà frutticole. L’Emilia-Romagna vanta un patrimonio ricchissimo di biodiversità frutticola. Ne sono testimonianza le varietà millenarie ancora sopravvissute, come le mele Decio (di probabile epoca romana), la Rosa Romana (forse di origine etrusca), la Pera di Gerusalemme, o Spadona Invernale, che da fonti storiche sembra proprio sia giunta dal Medio Oriente durante le prime migrazioni ebraiche. Il progetto si propone di valorizzare alcune di queste varietà, e precisamente Angelica, Limone, Nobile/Lauro e Spalér tra le pere; tra le mele la Rosa Romana e l’Abbondanza rossa.

Perciò gli obiettivi specifici del progetto riguarderanno:

  1. la realizzazione di un’indagine di mercato al fine di individuare opportune strategie di valorizzazione del prodotto fresco e trasformato;
  2. la quantificazione sul territorio regionale della presenza di piante in produzione, giovani o mature, singole o in gruppo, delle varietà di interesse, e la loro caratterizzazione genetica, pomologica, agronomica ed etnobotanica;
  3. la caratterizzazione della qualità tecnologica della biodiversità locale e dei genotipi innovativi per lo sviluppo di nuove tipologie di prodotti di V gamma e liofilizzati al fine di aumentare la diversificazione produttiva delle aziende partner;
  4. la caratterizzazione oggettiva del prodotto fresco e trasformato mediante: determinazione della composizione metabolica; caratterizzazione nutrizionale e sensoriale; determinazione della presenza di molecole allergeniche;
  5. la valorizzazione commerciale delle varietà testate mediante la propagazione di un certo numero di piante e la loro coltivazione nelle aziende agricole partner del GO e lo studio di metodologie di packaging alternative.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, Misura 16.1.01, Focus Area 2A per un importo di spesa ammessa pari ad € 70.058,60.

 


Il progetto CORESAVE si occupa di risorse fitogenetiche lombarde di interesse agrario ed alimentare tradizionali ed a limitata diffusione (locali). Sono le così dette, “antiche varietà”, come vengono definite nel linguaggio comune. Da un punto di vista scientifico esse rientrano nella definizione di landrace o varietà locali; queste sono recentemente state definite come “una varietà locale di una coltura che si riproduce per seme o per propagazione vegetativa, è una popolazione variabile, comunque ben identificabile e che usualmente ha un nome locale. Non è stata oggetto di un programma organizzato di miglioramento genetico, è caratterizzata da un adattamento specifico alle condizioni ambientali e di coltivazione di una determinata area ed è strettamente associata con gli usi, le conoscenze, le abitudini, i dialetti e le ricorrenze della popolazione umana che l’ha sviluppata e/o continua la sua coltivazione”.

Nello specifico, il progetto mira in primis a creare una rete regionale multicentrica finalizzata alla conservazione ex situ di varietà locali tradizionali lombarde (landrace), da mettere in sicurezza ma anche rendere disponibili il più possibile per progetti di ri-coltivazione. I soggetti interessati (partner) sono centri di ricerca e aziende agricole operanti in vari ambiti e tipo di conduzione (agricolo, vivaistico, conduzione convenzionale o biologica, in pianura o montagna). Lo scopo è quello di avere nel giro di tre anni un lotto di sementi significativo per una serie di entità target (una decina), in termini di buona caratterizzate sul piano morfologico e genetico, sementi sane e in quantità sufficiente per avviare primi progetti di moltiplicazione massiva o per coltivazione pura. In tal modo non solo si renderà stabile (rete) la conservazione ex situ, anche dopo la fine del progetto grazie alla rete costituita che potrà continuare ad operare anche autonomamente, ma si promuoverà anche quella in situ/on farm, visto anche l’interesse crescente degli agricoltori, sempre alla ricerca di nuove coltivazioni da testare e piccole filiere territoriali da lanciare o rilanciare.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR – Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020; MISURA 10 - “Pagamenti agro climatico ambientali” SOTTOMISURA 10.2 – “Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura” OPERAZIONE 10.2.01 – “Conservazione della biodiversità animale e vegetale” per un importo di spesa ammessa pari ad € 34.358,86.


Il Progetto FRUMENTO BIETOLA ECOSOSTENIBILE è coordinato dal prof. Vittorio Rossi e coinvolge l'Area Protezione sostenibile delle piante e degli alimenti del DIPROVES e nel complesso mira a implementare un sistema di successione agraria virtuoso (grano duro - barbabietola da zucchero) per l’ottimizzazione delle prestazioni ambientali e per la sostenibilità socio-economica.

I risultati attesi con l’attuazione del progetto sono:

  • l’applicazione di un protocollo colturale per la rotazione tra grano duro e barbabietola da zucchero, comparato con altri avvicendamenti;
  • la valutazione di LCA e LCC del frumento in successione alla bietola e il confronto con altri avvicendamenti;
  • l’ampliamento dell’applicazione di DSS alla coltivazione di grano e barbabietola da zucchero.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 domanda n.5116727, per un importo di spesa ammessa pari ad € 29.408,01.


Il Progetto IDRA è coordinato dal Prof. Vittorio Rossi e coinvolge l'Area Protezione sostenibile delle piante e degli alimenti del DIPROVES e nel complesso mira a sperimentare modalità innovative di difesa fitosanitaria contro il ragnetto rosso per la filiera del pomodoro da industria. I risultati attesi con l’attuazione del progetto sono la messa a punto e diffusione di linee guida aggiornate ed efficaci per la difesa fitosanitaria finalizzata alla lotta al ragnetto rosso nella filiera del pomodoro.

La corretta realizzazione dei piani di difesa, attraverso la limitazione degli interventi fitosanitari a quelli di sicuro successo, diminuirà il rischio di persistenza di residui di trattamento, in linea con gli obbiettivi del PEI-AGRI volti alla salvaguardia della qualità e sicurezza degli alimenti.

Il progetto è finanziato con un contributo complessivo di € 180.600,71 dal FEASR, nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 Emilia - Romagna – Tipo di operazione 16.1.01 - Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del pei in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura– Focus Area 3A – Progetto IDRA n. 5116538.


Il comparto vitivinicolo nazionale vive da anni una situazione di mercato difficile e anomala contraddistinta da un consumo sempre più attento e esigente e da un’elevata intensità competitiva che si è estesa anche al difuori dei Paesi ad alta vocazione vitivinicola (sia in termini di consumo che di produzione). Il settore è quindi chiamato ad una profonda riorganizzazione, specialmente nelle strutture commerciali e nella formulazione delle strategie intraprese per mantenere e migliorare la propria posizione competitiva a livello internazionale. I limiti e le difficoltà che le imprese devono superare per affrontare il mercato, derivanti principalmente dalle modeste dimensioni, dalla scarsa produttività e dalla complessità di adozione di idonee strategie, determinano palesi difficoltà di ingresso nei moderni canali distributivi e quindi, limitate prospettive di successo nei mercati nazionali e internazionali. Il superamento delle citate criticità può talvolta essere identificato in un approccio di sistema in grado di valorizzare entità con omogena vocazione produttiva e qualitativa, oltre che con un’armonica organizzazione distributiva, in grado di coniugare sia una aggregazione verticale che orizzontale. In questo modo sarà possibile raggiungere volumi di vendita sufficienti, beneficiare di sinergie comunicative e promozionali e implementare una strategia di filiera. Tale condizione si manifesta, altresì, quando le produzioni vinicole si inseriscono nella fascia di qualità alta e quando la commercializzazione avviene utilizzando format commerciali anche di tipo innovativo, che possono garantire loro interessanti quote di mercato e visibilità internazionale. In questi termini, risulta fondamentale partire da un’analisi del comportamento del consumatore al fine di far leva sulle caratteristiche qualitative del prodotto e sul territorio di provenienza. Il vino per sua natura è un prodotto con un’elevata capacità emozionale, che se ben sfruttata, può innescare un meccanismo di engagement e fidelizzazione della clientela che consente alle imprese di ottenere un vantaggio competitivo sostenibile. Le teorie del marketing esperienziale individuano nel punto vendita, sia esso fisico o virtuale, un touch point fondamentale per far vivere al cliente/consumatore una vera e propria esperienza d’acquisto che rievochi i valori e le caratteristiche del prodotto attraverso la stimolazione di specifiche emozioni, che qualificano e identificano in modo univoco un prodotto, un territorio e un patrimonio culturale. In questi termini le imprese vitivinicole del territorio regionale possono vantare un patrimonio culturale e agroalimentare che ha pochi eguali a livello internazionale e che inevitabilmente rappresenta un valore aggiunto riconosciuto a livello internazionale. L’identificazione di un innovativo format distributivo basato sulla valorizzazione degli attributi e delle esperienze che legano i vini ai territori di origine, consente certamente di sfruttare il legame brand-land per migliorare il posizionamento e la redditività delle produzioni regionali. Tuttavia la singola innovazione dei metodi di distribuzione non è sufficiente per incrementare la competitività delle aziende. Per supportare al meglio le imprese nel processo di innovazione e nella riorganizzazione delle strategie di commercializzazione occorre affiancarle con un’offerta di servizi idonei e innovativi in grado di agevolare la fase organizzativa, logistica e distributiva. La formulazione dei servizi deve essere erogata in un’ottica sistemica di integrazione di filiera, e deve essere coerente con una logica di comunicazione identitaria delle aziende, dei prodotti e del territorio d’origine, nella consapevolezza che il valore dei prodotti risiede nell’esperienza di consumo dell’individuo.

Da questi elementi il presente GO, del quale l’Universtià Cattolica del Sacro Cuore è Partener con il gruppo di lavoro del prof. Stefano Poni, intende perseguire un’innovazione organizzativa, in ottica integrata di sistema, che partendo dall’individuazione di un nuovo concept distributivo, sia off-line che on-line, sviluppi un sistema informativo logistico per l’erogazione di servizi a supporto della riorganizzazione strategico-distributiva di tutti i player del comparto.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo nell’ambito del REG. (UE) N. 1305/2013 - PSR 2014/2020 - MISURA 16 - Tipo di operazione 16.1.01 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” – FA3A, per un importo 21.008,49.


Il progetto Multi-Canapa, coordinato da C.I.C.A. BOLOGNA, mira a creare le condizioni tecniche, economiche e di mercato per sostenere lo sviluppo di una filiera per la produzione di canapa multiuso in Emilia-Romagna.

Individuazione del problema trattato e del contesto in cui colloca Multi-Canapa affronta i principali colli di bottiglia che impediscono lo sviluppo di una filiera industriale della canapa in Emilia-Romagna:

  • la mancanza di un mercato stabile per la fibra ed il canapulo;
  • le difficoltà di meccanizzazione della raccolta e delle fasi di prima trasformazione;
  • la scarsa disponibilità di informazioni agronomiche relative alla scelta dei genotipi e delle tecniche di coltivazione;
  • la bassa resa in seme;
  • le ridotte conoscenze relative allo sfruttamento dei residui colturali per l’estrazione di metaboliti secondari;
  • la frammentazione dell’offerta e domanda di informazioni tecniche relative alla canapicoltura.

 

Le principali attività di progetto sano:

  • Valutazione di procedure di coltivazione per l’ottenimento di prodotti derivati dalla canapa;
  • Valutazione di attrezzature e dotazioni specifiche per la meccanizzazione della canapa;
  • Prove di lavorazione della canapa;
  • Analisi economico ambientale: Indagine di mercato ed LCA.

 

Dalle azioni intraprese si intende ottenere principalmente tre risultati:

  • raccogliere i dati e le informazioni necessarie a definire le modalità e i tempi di raccolta per massimizzare la resa in semi e in metaboliti secondari ad alto valore aggiunto negli scarti di trebbiatura, definire i tempi di essiccamento in campo degli steli fino al raggiungimento dell’umidità idonea alla formazione delle presse che successivamente saranno utilizzate per l’estrazione della fibra e del canapulo;
  • messa a punto e ottimizzazione dell’impianto di prima trasformazione utilizzando gli steli raccolti da coltivazioni di canapa;
  • ottenere valutazioni economiche, ambientali e di mercato che permetteranno di valutare la sostenibilità di una filiera industriale della canapa in Emilia-Romagna.

 

Il risultato principale a cui mira il progetto è la definizione di un percorso produttivo sostenibile, per cui le aziende agricole dispongano di tutte le conoscenze e dei mezzi tecnici necessari alla massimizzazione del reddito relativo alla coltivazione della canapa multiuso.

 

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR pari ad € 47.884,74, per un progetto approvato a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Focus Area 2A - Avviso Pubblico D.G.R. 2144/2018, per un importo di spesa ammessa pari ad € 177.456,67€.

Responsabile scientifico Prof. Stefano Amaducci – UCSC


Il principale obiettivo del progetto NOVAGRO, coordinato dal Prof. Vincenzo Tabaglio del DIPROVES, è di promuovere un agro-ecosistema BIO efficiente, che mantenga elevati standard produttivi e razionalizzi l’utilizzo delle risorse naturali limitate. In particolare, NOVAGRO fornirà una panoramica completa delle soluzioni adottabili, in combinazione con una dettagliata analisi di applicazione a livello delle singole aziende. Nella fattispecie, NOVAGRO mira a progettare, calibrare ed introdurre sistemi agricoli innovativi basati su:

  • Strategie di gestione del suolo e della fertilità resilienti, clima-intelligenti ed innovative. Saranno valutate tecnologie di agricoltura di precisione (mappatura di precisione dei suoli), pratiche agricole conservative (lavorazioni ridotte, strip-till, no-till), rotazioni colturali equilibrate, consociazioni funzionali (living mulches) e colture di copertura appropriate (cover crops).
  • Strategie di gestione razionale della risorsa idrica e sistemi irrigui efficienti. Saranno valutatii sistemi irrigui innovativi (pivot e microirrigazione) per migliorare l’efficienza d’impiego dell’acqua irrigua; limitare lo sviluppo delle infestanti, riducendo e localizzando gli apporti idrici; prevenire i fenomeni di dilavamento.
  • Strategie di fertilizzazione innovative, intelligenti e sostenibili. Saranno valutati processi innovativi di trattamento dei reflui (separazione solido-liquido e successivi vermi-compostaggio della frazione solida e microfiltrazione della frazione liquida) e strategie sostenibili di distribuzione delle frazioni ottenute (distribuzione del vermi-compost a rateo variabile per interventi di ripristino della fertilità, fertirrigazione con l’utilizzo di separato liquido microfiltrato), atti ad aumentare l’efficienza di utilizzo dei nutrienti e a ridurre gli effetti ambientali sfavorevoli. Inoltre, l’acquisizione in continuo di mappe di vigoria (tramite volo di Droni e da Sentinel 2) permetterà, assieme alle mappe di resa e dei suoli, la formulazione delle mappe di prescrizione per le operazioni di semina e fertilizzazione (interramento dei liquami) a rateo variabile.

NOVAGRO investigherà, inoltre, l’effetto di tali strategie su: (i) dinamiche di ricircolo dei nutrienti e copertura dei fabbisogni della pianta, (ii) struttura ed attività delle comunità microbiche del suolo coinvolte nei cicli dei nutrienti, (iii) economicità degli agrosistemi BIO e (iv) potenziale di mitigazione del cambiamento climatico (emissioni di Gas Serra (GHGs) e sequestro del Carbonio).

Fonte di finanziamento: MISURA 16 – “COOPERAZIONE”, SOTTOMISURA 16.1 – “Sostegno per la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, OPERAZIONE 16.1.01 – “Gruppi Operativi PEI”, Focus area 2A.

Contributo ricevuto da: Università Cattolica del Sacro Cuore, tramite il centro di ricerca CRB, in qualità di coordinatore delle attività progettuali. Valore progetto nella parte di pertinenza CRB: € 371.879,00. Contributo concesso a CRB: € 327.254,00.

Responsabile scientifico del progetto: prof. Gabriele Canali

Sintesi del progetto

Le aziende suinicole e le imprese di macellazione, di trasformazione e di distribuzione delle carni suine dell’Emilia-Romagna partecipano a diverse filiere suinicole nazionali.

Fra queste la filiera dei prodotti a DOP è predominante e orienta la strategia della maggiore parte degli operatori. La distintività che la DOP è in grado di conferire alle carni trasformate è fondamentale per la redditività della produzione di carne suina italiana, ottenuta da un suino pesante i cui costi di produzione sono necessariamente più elevati di quelli di un suino leggero.

Obiettivo generale del GO è di sviluppare strumenti innovativi per analizzare e monitorare tempestivamente la redditività delle diverse tipologie di imprese che verticalmente compongono le filiere suinicole dell’Emilia-Romagna e di sviluppare uno strumento innovativo di assistenza alla gestione (benchmarking) per le aziende suinicole orientato al calcolo del costo di produzione.

Gli obiettivi specifici del GO sono i seguenti:

  1. Analisi del ruolo delle carni suine trasformate a marchio DOP e IGP nei negozi al dettaglio specializzati e nella GDO.
  2. Analisi dei costi di produzione e delle redditività per quattro tipologie di aziende suinicole:
    - Aziende suinicole con scrofe per la produzione e vendita di suinetti (sito 1 e 2)
    - Aziende suinicole a ciclo chiuso
    - Aziende suinicole da ingrasso di suini DOP
    - Aziende suinicole da ingrasso non-DOP
  3. Sviluppo di un software come strumento di benchmarking economico per le aziende suinicole
  4. Analisi dei costi di macellazione dei suini in imprese regionali di macellazione
  5. Analisi delle strategie di mercato delle imprese di trasformazione delle carni suine (macellazione, lavorazione e stagionatura)

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 FA 3A, domanda n.5112935, per un importo di spesa ammessa per l’Università Cattolica pari a €74.564,40, e un contributo di € 52.195,08.

 


Il progetto S.O.I.Pom.I, coordinato dal CRPV di Cesena, mira a rendere sempre più centrale il ruolo dell’O.I. del pomodoro da industria (partener capofila del progetto) nell’ambito del processo che genera informazioni a supporto della filiera, così da poter gestire le stesse e svolgere un ruolo guida di cerniera fra mondo agricolo e mondo industriale per una sempre maggiore valorizzazione del pomodoro sui mercati. 

O.I. si prefigge di mettere a punto un sistema di classificazione colturale e previsione produttive a partire dalle immagini satellitari Sentinel 2 ESA per derivare informazioni di carattere tecnico che però potranno servire a meglio programmare i vari interventi sia da parte dell’azienda agricola che dell’industria di trasformazione.

Altro obiettivo quello di poter disporre in tempo reale di dati durante la campagna per conoscere le quantità consegnate alle industrie e i loro livelli qualitativi, così da poter gestire meglio la programmazione delle raccolte e della trasformazione. 
Dall’obiettivo generale discendono vari obiettivi specifici:

  • Esigenza di geolocalizzare le produzioni e verificarne lo stato sanitario e di maturazione;
  • Raccogliere informazioni per stimare il livello quanti-qualitativo della produzione;
  • Rendere più rapida la raccolta dei dati per formulare previsioni e per un miglior controllo della fase produttiva e per una migliore organizzazione della logistica;
  • Valutare come le tecnologie informatiche, di osservazione satellitare della terra e di previsione produttive basate su modelli di crescita delle colture, sono in grado di arricchire una piattaforma gestita dall’OI che metterebbe a disposizione degli associati numerosi dati migliorando il servizio informativo e conseguentemente i rapporti all’interno della filiera.

Dalle azioni intraprese si intende ottenere principalmente tre risultati:

  • Implementazione di modelli di crescita della coltura calibrate a partire da immagini satellitari per soddisfare le esigenze del mondo produttivo che vuole confrontarsi con la tecnologia più moderna per avere supporti oggettivi nella gestione delle colture;
  • Sviluppo di metodi di classificazione colturale e previsioni produttive a partire da immagini satellitari che possano rilasciare informazioni utili alle industrie di trasformazione, relativamente alla collocazione esatta degli appezzamenti e ad una previsione anticipata delle rese che servano di supporto alla gestione della campagna di raccolta.
  • Implementazione di una piattaforma di raccolta dati condivisa tra aziende agricole e industrie di trasformazione che opportunamente gestita dall’OI, potrà rilasciare in tempo reale informazioni utili alla filiera.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Focus Area 4A - domanda n. 5112049, per un importo di spesa ammessa pari ad 167.187,52 €.
Responsabile scientifico Prof. Stefano Amaducci – UCSC

 


Il gruppo di ricerca del prof. Vincenzo Tabaglio partecipa al progetto SOS_AQUAE, che è coordinato dal Centro Ricerche Produzioni animali (CRPA) di Reggio Emilia ed ha come principale obiettivo quello di coniugare agrotecniche innovative e sostenibili con l’utilizzo di fertilizzanti ‘rinnovabili’, per ottimizzare l’efficienza d’uso dei nutrienti già disponibili in azienda e ridurre l’uso dei concimi minerali di sintesi (sia azotati che fosfatici), al fine di contenere l’inquinamento generato dall’attività agricola e di migliorare la qualità delle acque.
Tra le agrotecniche sostenibili si sperimenteranno congiuntamente le lavorazioni conservative sino alla non lavorazione, in abbinamento alla copertura permanente del suolo e a tecniche innovative per la fertirrigazione con fertilizzanti rinnovabili, ovvero derivati dal trattamento di effluenti di allevamento e digestati. Si intende così promuovere un’effettiva ed efficace intensificazione sostenibile dei sistemi agricoli, capace di coniugare la produttività e gli aspetti ambientali, riducendo le perdite di nutrienti verso le acque sotterranee e superficiali e al contempo le emissioni di ammoniaca e di gas serra in atmosfera.

I risultati attesi consistono sia nella messa a punto delle singole agrotecniche, che nella combinazione di diverse tecniche e fertilizzanti rinnovabili nelle tre aziende agricole partner:

  • Sistema agricolo basato su non lavorazione, con coltivazioni primaverili-estive alternate a cover crop autunno-vernine, fertirrigato con solfato di ammonio derivato dal processo di strippaggio del digestato agro-zootecnico, distribuito attraverso ali gocciolanti in subirrigazione (Azienda CERZOO - Piacenza)
  • Sistema agricolo basato su minime lavorazioni, con doppie colture da reddito per finalità food e non food, fertirrigato con digestato agro-industriale microfiltrato distribuito attraverso ali gocciolanti in subirrigazione (Azienda R.G.R. – Reggio Emilia)
  • Sistema agricolo basato su lavorazioni convenzionali, con doppie colture da reddito per finalità food e non food, fertirrigato con digestato agro-zootecnico microfiltrato distribuito attraverso impianto irriguo a ranger (Azienda Leona - Ferrara)

Le principali ricadute di questo progetto per le aziende consistono nell’individuazione e nella applicazione di ‘pacchetti’ agro-tecnologici che consentano di incrementane sia la produttività che il livello di sostenibilità ambientale, aumentando l’efficienza di utilizzo degli input e riducendo allo stesso tempo le perdite di nutrienti verso il comparto acque.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Regione Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.1.01, focus area 4B, domanda n° 5150049, per un importo di spesa ammessa pari ad 112.731,30 €.

 


Il gruppo di ricerca del prof. Stefano Poni partecipa al piano di innovazione coordinato dalla Cantina dei Colli Romagnoli Societa` Cooperativa Agricola ha l’obbiettivo di implementare una piattaforma informatica in grado di monitorare e tracciare le operazioni colturali in vigneto e la qualità delle uve durante l’intera stagione vegeto-produttiva, basata sull’elaborazione dei parametri analitici, sulla previsione e programmazione della vendemmia tramite valutazione dei dati climatici e sulla verifica del registro dei trattamenti, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

In particolare, il Piano mira a raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

  • Geolocalizzazione dei sopralluoghi tecnici e dei campionamenti delle uve per la costruzione delle curve di maturazione, al fine di standardizzare le procedure adottate annualmente e ottenere risultati mirati al raggiungimento degli obiettivi aziendali;
  • Integrazione di un modello in grado di prevedere i principali parametri chimico-fisici delle uve, sulla base dell’andamento storico e dei dati climatici, al fine di stimare l’epoca di raccolta e ottimizzare le attivita` in cantina;
  • Verifica della conformita` dei trattamenti fitosanitari, basata su database aggiornati in tempo reale, al fine di ottemperare, in maniera piu` efficiente, agli obblighi normativi nonche´ rispondere alle esigenze dei mercati esteri circa l’assenza di residui di specifici principi attivi nei vini;
  • Messa a punto di linee guida per un uso piu` sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Il presente Piano si prefigge i seguenti risultati:

  • Conformità delle uve dal punto di vista fitosanitario, secondo la Direttiva n. 128 del 21 ottobre 2009, attuata con Decreto Legislativo n. 150 del 14 agosto 2012;
  • Rispetto dei tempi di carenza delle uve conferite in cantina;
  • Tracciabilità dei principi attivi utilizzati per la difesa fitosanitaria delle uve al fine di eliminare, totalmente o in maniera consistente, i prodotti aventi profilo tossicologico più pericoloso, seppur ancora ammessi. Nello specifico, si punta alla riduzione dell’utilizzo dei ditiocarbammati, particolarmente diffusi in viticoltura, per i quali vi è una sovraesposizione degli operatori, dei consumatori e dei cittadini;
  • Abbattimento dei rischi di non conformità nelle attuali certificazioni aziendali di qualità con certezza dell’esito positivo dei rinnovi annuali;

Semplificazione dei procedimenti interni per l’ottenimento di nuove certificazioni aziendali di qualità;

  • Miglioramento delle tempistiche necessarie per i sopralluoghi nei vigneti da parte dei tecnici con incremento della precisione dei siti oggetto dei rilievi;
  • Miglioramento in termini di stima dell’andamento della maturazione delle uve con conseguente incremento della precisione nella definizione delle date di apertura degli stabilimenti di lavorazione delle uve e una calendarizzazione ottimale del ritiro delle diverse varietà;
  • Miglioramento nella comunicazione con le aziende vitivinicole socie;
  • Miglioramento nella gestione del personale aziendale in termini di mansioni e dei quantitativi medi delle uve lavorate giornalmente durante il periodo vendemmiale;
  • Ottimizzazione dell’assistenza agronomica da parte dei tecnici verso i viticoltori;
  • Disponibilità, all’interno di un supporto informatico unico, dei dati sfruttabili anche per fini comunicativi in modo da avvicinare il consumatore finale.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo nell’ambito del REG. (UE) N. 1305/2013 - PSR 2014/2020 - MISURA 16 - Tipo di operazione 16.1.01 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” - FA 3A., per un importo 11.141,84.


Il Progetto W2FLY2FEED coinvolge l’Area Protezione sostenibile delle piante e degli alimenti (referente dr. Emanuele Mazzoni) e ha l’obiettivo generale di valorizzare la gestione degli scarti delle aziende ortofrutticole/cerealicole per ottenere, per mezzo di larve di Insetti, alimenti per avicoli, nell’ottica di perseguire un’economia il più possibile circolare, in cui i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile e si minimizza la produzione di rifiuti e il relativo impatto sull’ambiente.

I principali risultati attesi con l’attuazione del progetto sono relativi alla valorizzazione degli scarti delle aziende orto-frutticole e cerealicole attraverso la digestione ad opera di larve di Hermetia illucens (Diptera: Stratiomyidae) e Tenebrio molitor (Coleoptera: Tenebrionidae).

Tale digestione permette di ottenere larve particolarmente ricche di grassi e proteine da destinare all’alimentazione nel settore avicolo, nel rispetto della normativa vigente, mentre il materiale residuo può essere più facilmente gestito con biocompost a fini agronomici.

Inoltre, il progetto permetterà una significativa riduzione/eliminazione dell’eventuale contenuto in micotossine della matrice di partenza rispetto a quello riscontrabile nelle larve e nel compost residuo, il miglioramento quali-quantitativo della biomassa in polli da carne e nella produzione di uova e, infine, la valutazione dell’impatto ambientale derivante dall’impiego di scarti vegetali attraverso un approccio life cycle assessment.

Il progetto è finanziato con un contributo complessivo di € 163.696,78 dal FEASR, nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 Emilia - Romagna – Tipo di operazione 16.1.01 - Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del pei in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura– Focus Area 3A – Progetto W2FLY2FEED n. 5112187.


Il progetto Footprint of forestry Agriculture To improve Ecosystem services- 2FATE è coordinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore che beneficia di un contributo del FEASR a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01, FOCUS AREA 5E, domanda n. 5112699, per un importo di spesa ammessa pari ad € 52.836,72.

Il progetto 2FATE ha l’obiettivo di migliorare l’impronta ecologica di sistemi forestali implementando sistemi di agroforestazione sia silvopastorali che rivolti alla diffusione di specie autoctone di piccoli frutti nelle aree di taglio.

Sito web: https://2fate.com/

 


 

Ente finanziatore: Regione Emilia-Romagna, PSR 2014-2020. DGR 2144/2018 misura 16.1.01 Focus Area 3A
Il progetto RIFORM, coordinato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, mira a valorizzare il trasferimento della biodiversità degli ecosistemi a prato delle zone di montagna, quali fattori chiave per imporre qualita` uniche e caratteristiche nutrizionali del latte ed al formaggio. A sua volta, questo valore aggiunto puo` essere enfatizzato da un punto di vista economico, promuovendo quindi l'effettiva salvaguardia delle produzioni casearie in ambienti svantaggiati. A tal scopo, RIFORM si propone di indagare, dimostrare, promuovere, e comunicare la qualita` delle produzioni lattiero-casearie in queste aree, e la sua relazione nel determinare le caratteristiche nutrizionali distintive e la qualita` del latte, come forza trainante dell'economia locale e come incentivo fondamentale per il mantenimento attivo delle produzioni in aree meno vocate.

Gli obiettivi specifici del piano sono:

  1. Confrontare il profilo chimico di formaggi di montagna, prodotti da bovine alimentate con specie vegetali locali, con quello di formaggi di pianura prodotti con latte da approcci zootecnici piu` intensivi.
  2. Selezionare markers caratteristici delle differenti produzioni, e definirne il legame con la qualita` sensoriale.
  3. Trasferimento delle informazioni ad un approccio di applicazione reale di filiera attraverso formazione e comunicazione a differenti livelli.
  4. Sensibilizzare la distribuzione ed il consumatore circa la qualita` delle produzioni lattiero-casearie di montagna.

In particolare, gli obiettivi e le tematiche del piano di lavoro sono concordanti con l'ambito "S3 - Supply chain smart and green" - Gestione della catena del valore nel settore alimentare" e soddisfa diverse priorita` tematiche specifiche della Focus Area 3A.

I risultati attesi dopo tre anni di progetto sono relativi ai seguenti punti:

  1. Dimostrazione del fatto che la maggiore biodiversita` dei prati polifiti di montagna si trasferisce nel latte delle bovine alimentate con suddetti vegetali nella razione.
  2. Valorizzazione dei sistemi a prato di montagna quale componente essenziale in zootecnia per imporre qualita` uniche e caratteristiche sensoriali a latte e formaggio.
  3. Identificazione di composti marcatori delle produzioni di montagna e valorizzazione del loro ruolo nell’assicurare la qualita` sensoriale dei prodotti lattiero-caseari.
  4. Salvaguardia e promozione delle produzioni zootecniche e casearie in ambienti svantaggiati e di montagna, ivi incluse aree meno vocate alla produzione intensiva.
  5. Acquisizione, in ambito degli operatori di settore, delle conoscenze circa i vantaggi competitivi derivanti da produzioni di qualita` ottenute attraverso la somministrazione di erbe polifite alle bovine da latte.
  6. Sensibilizzazione del consumatore circa la qualita` delle produzioni lattiero- casearie di montagna.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del FEASR per un progetto approvato a valere sul PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Focus Area 3A - domanda n. 5112531, per un importo di sostegno ricevuto dall’Unione europea pari ad € 71.471. 

Link alla pagina del progetto: https://riform.webnode.it/

 


Il comparto lattiero caseario riveste per la regione Lombardia un'importanza strategica dal punto di vista economico e sociale. Per rispondere alle richieste dei consumatori, le aziende di bovini da latte lombarde devono affrontare una serie di criticità riguardanti il benessere animale e l'impatto ambientale, mantenendo e possibilmente migliorando la redditività dell'impresa. Il progetto BENELAT ha lo scopo di monitorare e migliorare il benessere animale attraverso interventi immediati dal punto di vista del management dell'azienda e degli animali, e più a lungo termine di tipo genetico. Il progetto si propone di raccogliere da almeno 6 aziende di bovine  da latte di razza Frisona localizzate in Lombardia non meno di 1000 campioni di sangue e latte, sui quali verranno effettuate analisi metaboliche, genomiche e di qualità del latte. In queste aziende saranno raccolti, oltre ai dati individuali sugli animali (data del parto, ordine di parto ecc.) anche dati aziendali e manageriali utili per la stima del benessere animale e dell'impatto ambientale attraverso analisi LCA (Life Cycle Assessment).

www.benelat.it


Il progetto “RIcupero Caratterizzazione COLtivazione del Mais Antico (RICOLMA)” è cofinanziato dall'operazione 16.1.01 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna (PEI Agri Focus Area 4A) ed è coordinato dal Prof. Adriano Marocco e dal Prof. Matteo Busconi. Le varietà tradizionali locali o landrace di una specie coltivata sono popolazioni dinamiche che possiedono un’origine storica, un’identità definita non soggetta a un miglioramento varietale formale, hanno una certa variabilità genetica, sono adattate alle condizioni locali ed associate a un sistema colturale tradizionale. Le landrace sono in genere meglio adattate, rispetto alle cultivar moderne, alle condizioni marginali e agli stress abiotici; inoltre sono in genere più interessanti dal punto di vista sensoriale e organolettico e quindi molto ricercate da parte di una nicchia di consumatori in forte espansione. Tuttavia, a partire dai primi decenni del secolo scorso, in molte aree europee, e anche in Emilia-Romagna, si è verificata un’estinzione delle landrace, soppiantate da cultivar moderne più produttive, ma di solito meno interessanti sul piano del gusto. La loro scomparsa non è solo una perdita per i luoghi dove esse venivano coltivate tradizionalmente, ma rappresenta anche la perdita di importanti risorse fitogenetiche. Scopo del progetto RICOLMA è valorizzare le varietà di mais tradizionali presenti in Emilia-Romagna, abbandonate da tempo nelle grandi colture, che rappresentano fonti di variabilità genetica per caratteristiche qualitative della granella e per l’adattamento all’ambiente. Il progetto vede il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Pavia, del Centro Ricerche Produzioni Vegetali (CRPV) e di 11 aziende agricole diffuse sul territorio dell’Emilia-Romagna.


Il dipartimento DI.PRO.VE.S è partner FarmCO2Sink (), un Gruppo Operativo (GO) della Regione Emilia-Romagna (responsabile scientifico prof. Stefano Amaducci) che si propone di individuare, in sistemi produttivi agro-forestali della Provincia di Piacenza, i sistemi conservativi più efficienti in termini di sequestro biologico del C a livello di azienda agricola e la riduzione delle emissioni di gas serra clima alteranti (GHG). Il territorio di interesse di FarmCO2Sink è la provincia di Piacenza, dalle aree fluviali lungo il Po, passando per le zone rurali della pianura fino ai terreni declivi e ai boschi di faggio dell'alta Val Nure. Quattro sono i sistemi produttivi agro-forestali indagati all'interno di Farm CO2Sink (Fig. 1a): pioppicoltura in aree fluviali di pianura, coltivazione di specie poliennali da biomassa erbacee e arboree in ambienti marginali, coltivazione a strisce di miscanto lungo terreni declivi e faggeta di montagna. In FarmCO2Sink si promuove l'adozione di pratiche agricole conservative e tecniche forestali sostenibili (Fig. 1b). Il GO FarmCO2Sink condurrà una serie di sperimentazioni in campo che, abbinate ad una profonda analisi della letteratura, permetteranno di compilare un database (Inventory) necessario per la redazione di un bilancio del C e di uno studio dell'impronta carbonica (LCA) a carattere territoriale (kg CO2eq. ha-1). L'output finale di FarmCO2Sink sarà uno studio di LCA che quantificherà l'impronta carbonica dei sistemi produttivi agroforestali dalla fase di coltivazione e fino all'utilizzo dei prodotti agricoli con destinazioni tradizionali (combustione diretta) o alternative (Fig. 1c) quali l'arredamento (legno di faggio) e la bioedilizia (biomassa di miscanto).

https://dipartimenti.unicatt.it/diproves-progetti-di-ricerca-farmco2sink


Il Progetto BIANCOSEME seguito dalla prof.ssa Paola Battilani in qualità di coordinatore scientifico, coinvolge l'Area Protezione sostenibile delle piante e degli alimenti del DIPROVES. Nello specifico il piano coordinato da CO.P.A.P. soc. coop. a r.l., vede la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – DIPROVES quale ente di ricerca, la partecipazione di: Blumen Group spa e de “Il Germoglio” cooperativa sociale soc. a r.l.; delle aziende agricole Ortomio di Mackintosh Anne Clare, Saturi Sergio, Franco & C. s.s., Gruppi Massimiliano, Rastelli Francesco; del Centro di formazione, sperimentazione e innovazione “Vittorio Tadini” soc. cons. a r.l. e di Agrisilva s.c.t.p.

Il progetto mira ad incrementare i risultati ottenuti durante il progetto “Linee guida per il contrasto della fusariosi dell’aglio bianco piacentino” da cui era emerso il ruolo centrale assunto dal “seme” dell’aglio nella prevenzione della diffusione della fusariosi.

Gli obiettivi specifici di questo GO possono essere riassunti come segue:

  • Messa a punto di Interventi di miglioramento delle macchine per la preparazione del seme, al fine di ridurre i danni meccanici che costituiscono via preferenziale per la penetrazione nei bulbilli degli agenti responsabili del marciume secco dell’aglio;
  • Identificazione di metodi di Sanificazione dei bulbi, con l’impiego di tecniche a basso impatto, quali applicazioni di ozono e alte temperature/vapore, o di disinfettanti atossici
  • Messa a punto di trattamenti innovativi di concia del seme, con impiego preferibilmente di bioprodotti (quali antagonisti naturali), con tecniche innovative quali il film coating.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 domanda n.5116572, per un importo di spesa ammessa pari ad € 101.196,61.

 


SCARABEO (Scarti di CAnapa – Riutilizzi Alimentari e Biovalorizzazione Energetica degli Oli) è un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, misura 16.1.01 “Gruppi operativi del partenariato europeo per la produttività e la sostenibilità in agricoltura”, Focus Area 5 C (Favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia).

Il progetto SCARABEO si pone come obiettivi la valorizzazione dei sottoprodotti e degli scarti della filiera della canapa da fibra. Dalla fase di stigliatura (separazione della corteccia fibrosa dallo stelo) si ottiene un sottoprodotto legnoso (il canapulo) che verrà valorizzato, mediante carbonizzazione, con la produzione di un ammendante agricolo (biochar) ed un combustibile (syngas). Il processo di macerazione della corteccia fibrosa (degradazione delle sostanze pectiche che cementano i fasci di fibre) genera uno scarto (il liquor di macerazione) ricco di polifenoli e zuccheri riducenti (emicellulosa e pectine). I polifenoli verranno estratti direttamente dal liquor. Verranno utilizzate inoltre le larve del dittero Hermetia illucens (L.) per rimuovere i residui mucillaginosi rimasti adesi alla fibra macerata. Le biomasse larvali risultanti verranno quindi valorizzate per la sintesi di biodiesel e pannelli proteici, utilizzabili per alimentare impianti di biogas, grazie al loro elevato potenziale metanigeno.

  • Durata del progetto: aprile 2017 / gennaio 2020
  • Budget: € 199.995,09
  • Finanziamento pubblico: 90%
  • Referente Scientifico per Università Cattolica del Sacro Cuore: Prof. Marco Trevisan (marco.trevisan@unicatt.it)
  • Sito web del progetto: https://www.psrscarabeo.it/

Sistema informativo GIS-based per la previsione del rischio contaminazione da micotossine nei cereali

ACRONIMO: SERVICE – SistEmi inforRmatiVi rischio miCotossineE
PSR EMILIA ROMAGNA 2014-2020 - Operazione 16.1.01 bando 2019 - FOCUS AREA  2A

Il Progetto SERVICE seguito dalla prof.ssa Paola Battilani in qualità di coordinatore scientifico, coinvolge l'Area Protezione sostenibile delle piante e degli alimenti del DIPROVES. Nello specifico il piano coordinato da CRPV – Centro Ricerche Produzioni Vegetali, vede la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – DIPROVES quale ente di ricerca, la partecipazione di Grandi Colture Italiane; Dinamica Soc. cons. a r.l.; Agronica Group S.r.l.; azienda agricola Zaghi Maurizio; Società agricola Delta s.s.
Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un sistema informativo GIS-based per la previsione del rischio di contaminazione da micotossine nel mais. In questo sistema sarà incluso e validato un modello congiunto aflatossine-fumonisine e verranno applicate tecniche di machine learning per includere i dati colturali.
Gli obiettivi specifici di questo GO possono essere riassunti come segue:

  • Modellistica, sensoristica, sistemi di avvertimento e supporti decisionali (DSS) attraverso lo sviluppo di un sistema informativo GIS che costituisca un semplice e accessibile DSS nella gestione della problematica micotossine;
  • Pratiche agricole pre- e post-raccolta per sicurezza (safety) delle produzioni agricole, fornendo indicazioni ai produttori per la gestione ottimale del rischio di contaminazione da micotossine nelle produzioni cerealicole;
  • Applicazione dei dati tele-rilevati all’agricoltura di precisione;
  • Applicazione di principi e strumenti di intelligenza artificiale ai dati che caratterizzano la produzione agricola.

UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo del PSR Emilia-Romagna 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 domanda n. 5149128, per un importo di spesa ammessa pari ad € 85.546,40


L’olivo (Olea europaea), caratteristico della fascia mediterranea, è di notevole interesse economico, agricolo ed ornamentale. La multifunzionalità dell’olivicoltura e il suo legame culturale, sociale e paesaggistico con il territorio italiano sono aspetti necessari da considerare per sviluppare adeguate strategie di coltivazione e produzione. In Italia le diverse caratteristiche pedo-climatiche si traducono in olivicolture locali con sistemi produttivi e tecniche di gestione differenti, le quali mirano all’ottenimento di un olio extravergine con determinate proprietà qualitative. In particolare, in Emilia-Romagna la disponibilità di una piattaforma varietale e la sinergia tra ricerca e filiera produttiva hanno contribuito alla valorizzazione e al miglioramento delle produzioni di olio extravergine di oliva. L’olio di qualità si ottiene in un ambiente pedoclimatico favorevole, utilizzando un modello di coltivazione idoneo ed innovativo attento alla tutela dell’ambiente e delle persone, abbinato ad una corretta tecnologia di estrazione. Tuttavia, la qualità, anche se elevata, non è sufficiente, occorrono azioni finalizzate alla valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva, tali da poter creare un sistema produttivo sostenibile e redditizio e da poter soddisfare la domanda di prodotti e servizi di alta qualità.

In questo contesto si colloca il progetto PSR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna (RER) “Sviluppo di supporti operativi per la valorizzazione e promozione di una filiera olivicola altamente sostenibile in Emilia- Romagna – TERRE DELL’OLIVO”, coordinato dal CRPV. Il progetto ha l’obiettivo di valutare e valorizzare l’attitudine dell’olivicoltura dei principali tipi di suolo regionali, in cui ricadono anche i territorio della DOP Brisighella e DOP Colline di Romagna; di definire strumenti e linee guida per lo sviluppo di una olivicoltura altamente sostenibile nei territori vocati dell’Emilia-Romagna; di realizzare e applicare protocolli di sostenibilità nella filiera olivo-oleicola e di effettuare un’analisi di mercato per promuovere gli oli ottenuti nel territorio e per aumentare la competitività della filiera olivicola della RER attraverso nuove strategie di marketing.
Nell’ambito dell’Azione 3, in particolare nella sotto-azione 3.2, è prevista una specifica attività per la “Realizzazione e applicazione di protocolli di sostenibilità nella filiera olivo-oleicola, nei territorio della DOP Brisighella e DOP Colline di Romagna”. L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, in particolare il Professore Ettore Capri, responsabile scientifico del Progetto PSR, e il Professore Sergio Tombesi, docenti della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, hanno colto l’occasione del PSR per dedicare nuovi spazi di ricerca nel settore olivicolo-oleario, in crescita nel territorio emiliano-romagnolo. Obiettivo della ricerca è sviluppare uno standard unico di sostenibilità che possa essere facilmente veicolato a tutti gli anelli della filiera, affinché siano pienamente consapevoli del forte legame che unisce l’olio al suo territorio di produzione e possano fungere insieme da vettori di promozione di tale binomio, dell’intero settore e del sistema regionale a cui afferisce.
La sostenibilità sarà valutata attraverso l’analisi e l’adattamento di schemi di certificazione già esistenti a livello nazionale. Visti i positivi risultati ottenuto dal progetto “VIVA” nel settore vitivinicolo (finanziato nel 2011 dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – MATTM), si vuole trasporlo all’intera filiera olivo-oleicola cercando di favorire la convergenza e l’armonizzazione dei programmi di certificazione sostenibile a livello nazionale.

Per questa attività il Comitato di Progetto ha deciso di predisporre specifici questionari. Questi hanno l’obiettivo di costruire, partendo dall’analisi preliminare di aziende rappresentative per la produzione olivicola e di frantoi rappresentativi per la trasformazione, una base dati che permetta di tracciare il profilo attuale dell’olivicoltura nella RER per quanto concerne la sostenibilità. I presenti questionari sono stati sviluppati con l’intento di raccogliere informazioni riguardanti le scelte effettuate dalle aziende e dai frantoi nella direzione della sostenibilità nella gestione delle diverse risorse impiegate nella normale attività olivicola svolta, per valutare quanto sia già fatto e quali siano le criticità da migliorare. Sono state campionate 9 aziende, presenti nel territorio di Brisighella e di Colline di Romagna.

L’opportunità di accompagnare il settore verso la realizzazione di uno standard unico di sostenibilità è stata estesa alle valli del Ducato di Parma e Piacenza, la cui olivicoltura deve essere sviluppata e incrementata. In queste realtà olivicole, infatti, esiste un ottimo canale commerciale, che riuscirebbe ad assorbire un quantitativo più consistente di olio extravergine d’oliva. Questo è fortemente rallentato dall’assenza di una produzione consistente e costante nel tempo e da mancanti conoscenze tecniche e specifiche e da una debole aggregazione tra olivicoltori.
All’interno del progetto di ricerca, il coinvolgimento dei Ministeri, delle imprese e imprenditori locali e delle associazioni responsabili dei sistemi di qualità agro-alimentare e sostenibile è necessario alla realizzazione di un protocollo di sostenibilità per la filiera olivo-oleicola.

UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE è beneficiaria di un contributo nell’ambito del REG. (UE) N. 1305/2013 - PSR 2014/2020 - MISURA 16 - Tipo di operazione 16.1.01 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” - FA 4B, per un importo pari a € 30.435,79 di spesa complessiva ammessa (Contributo ammesso 70%: € 21.305,05).